Il corpo dei margini. Una doppia pista interpretativa da una prospettiva antropologica

Il capitolo propone una lettura antropologica della marginalità come dispositivo simbolico e corporeo, articolata su una doppia pista interpretativa: quella del margine simbolico e del margine incorporato. Nella prima, il margine è analizzato come principio di ordine e di esclusione, dalle cosmologie Dogon studiate da Griaule alle teorie di Mary Douglas sulla purezza e il pericolo, fino alle eterotopie foucaultiane e alla “vita nuda” di Agamben. Nella seconda, l’attenzione si sposta sul corpo come luogo di esperienza e resistenza, attraverso la prospettiva dell’embodiment (Csordas, Scheper-Hughes & Lock), dove la marginalità si inscrive fisicamente nei corpi, ma anche si rovescia in pratiche di agency quotidiana. La riflessione mostra come il margine non sia un residuo della modernità, ma una struttura attiva di produzione sociale, politica e simbolica dell’ordine urbano contemporaneo.