Gabriele Valvassori: piano e cornice oltre il borrominismo

The sacristies of Santi Quirico e Giulitta and Santa Maria della Luce: two buildings designed by Gabriele Valvassori in Rome became the site of an 18th-century revision and synthesis of models from the previous century. The limited knowledge of the architect's modus operandi is enriched here by the identification of certain common features between the two projects, which were separated by a period of twenty years. Valvassori's architectural personality is reconsidered here retrospectively, looking at his major experiences and suggesting a certain distance from a presumed and vague Borrominianism. Plane and framework become the new instruments of a completely autonomous lexicon that looks to Baroque production without, however, replicating its real spatial potential.

Due architetture romane di Gabriele Valvassori, entrambe sagrestie, diventano il luogo della revisione e sintesi in chiave settecentesca dei modelli del secolo precedente. L'individuazione di alcuni caratteri comuni tra i due episodi, tra loro distanti temporalmente di circa un ventennio, arricchisce la conoscenza limitata dell'architetto e del suo modus operandi, che viene qui riconsiderato a ritroso passando attraverso le sue esperienze maggiori, suggerendo in realtà un certo grado di distanza da un presunto e vago borrominismo. Piano e cornice diventano i nuovi strumenti di un lessico del tutto autonomo che guarda alla produzione barocca, senza però replicarne le reali potenzialità spaziali.