Nell’Età del Rame italiana (IV-III millennio a.C.), le pratiche funerarie riflettono un forte legame tra identità in vita, trattamento post-mortem e memoria collettiva. Rispetto ai periodi precedenti, le sepolture diventano più strutturate e coinvolgono una parte più ampia della comunità. Tuttavia, la morte non rappresenta necessariamente un punto di arrivo, ma piuttosto l’inizio di un processo di metamorfosi: i corpi possono subire trasformazioni post-mortem attraverso la riapertura delle tombe e la manipolazione delle ossa. Alcuni individui vengono lasciati in connessione primaria, mentre altri vengono disarticolati o ridistribuiti, assumendo un nuovo significato all'interno della comunità. Questo studio analizza tre aspetti chiave: (1) il rapporto tra la comunità dei vivi e quella dei morti; (2) il ruolo della violenza nella vita e nella morte, in particolare per i guerrieri; (3) il legame tra genere, età e trattamento funerario. Attraverso queste analisi, si esplora come la trasformazione del corpo potesse conferire al defunto un ruolo attivo nella memoria collettiva, diventando simbolo e riferimento per i vivi.

Dal corpo all’antenato: pratiche funerarie e manipolazione dei resti umani nell’Età del Rame italiana (IV-III millennio a.C.)” / Daniele, Annamaria. - (2025). (Intervento presentato al convegno Giornata di studi “La Metamorfosi” tenutosi a Villa Filiani, Pineto (TE)).

Dal corpo all’antenato: pratiche funerarie e manipolazione dei resti umani nell’Età del Rame italiana (IV-III millennio a.C.)”.

Annamaria Daniele
Primo
2025

Abstract

Nell’Età del Rame italiana (IV-III millennio a.C.), le pratiche funerarie riflettono un forte legame tra identità in vita, trattamento post-mortem e memoria collettiva. Rispetto ai periodi precedenti, le sepolture diventano più strutturate e coinvolgono una parte più ampia della comunità. Tuttavia, la morte non rappresenta necessariamente un punto di arrivo, ma piuttosto l’inizio di un processo di metamorfosi: i corpi possono subire trasformazioni post-mortem attraverso la riapertura delle tombe e la manipolazione delle ossa. Alcuni individui vengono lasciati in connessione primaria, mentre altri vengono disarticolati o ridistribuiti, assumendo un nuovo significato all'interno della comunità. Questo studio analizza tre aspetti chiave: (1) il rapporto tra la comunità dei vivi e quella dei morti; (2) il ruolo della violenza nella vita e nella morte, in particolare per i guerrieri; (3) il legame tra genere, età e trattamento funerario. Attraverso queste analisi, si esplora come la trasformazione del corpo potesse conferire al defunto un ruolo attivo nella memoria collettiva, diventando simbolo e riferimento per i vivi.
2025
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1753629
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