È il cervo che attraversa la strada o la strada che attraversa il bosco? Sempre di più il costruito è responsabile dell’interruzione della continuità naturale. Ci sono poi quei casi in cui il connettivo del costruito, le infrastrutture stradali o ferroviarie, divide non solo il bosco ma anche brani di città. È in questo contesto che si inserisce l’intervento del Freeway Park di Lawrence Halprin e Angela Danadjieva a Seattle. Già il nome annuncia la dicotomia che caratterizza il progetto: vi è l’autostrada e vi è il parco. Halprin sospende un bosco sopra un’autostrada che tagliava in due la città di Seattle. Crea un ponte vegetale che riconnette i quartieri divisi dalla cesura dell’infrastruttura. Un parco pensile dai caratteri maestosi e selvaggi dell’Alta Sierra dove bisogna essere responsabili della propria incolumità come se si fosse in montagna, una foresta avvolgente e sensoriale, dove il suono dell’acqua corrente e del vento tra le fronde nasconde il rombo dei motori sottostanti. Il Freeway Park di Seattle è un ambiente urbano e silvano in cui la natura non è rappresentata nell’emulazione delle sue forme; piuttosto è interpretata in un corollario di elementi secchi ed essenziali che ne riproducono le dinamiche. È una cifra progettuale ricorrente negli interventi di Halprin: già per il sistema degli spazi pubblici di Portland introduceva l’impeto e il fascino del fiume Columbia in città attraverso una composizione di blocchi di calcestruzzo che sembrano modellati dal flusso dell’acqua. Nel Freeway Park si ricuce un’interruzione urbana con un innesto selvatico quasi autoreferenziale e distaccato dai ritmi e dai codici urbani. Eppure, l’intervento si imposta in continuità con le forme urbane, in una reciproca inversione che confonde i confini e le caratteristiche del paesaggio, che ora è un bosco pensile, ora è l’autostrada animata dall’artificiale flusso umano.

Linee continue, trame spezzate. Il Freeway Park di Lawrence Halprin e Angela Danadjieva, tra ambiente costruito ed ecologia nativa / Di Egidio, Alessandro. - (2025), pp. 48-59.

Linee continue, trame spezzate. Il Freeway Park di Lawrence Halprin e Angela Danadjieva, tra ambiente costruito ed ecologia nativa

Alessandro Di Egidio
2025

Abstract

È il cervo che attraversa la strada o la strada che attraversa il bosco? Sempre di più il costruito è responsabile dell’interruzione della continuità naturale. Ci sono poi quei casi in cui il connettivo del costruito, le infrastrutture stradali o ferroviarie, divide non solo il bosco ma anche brani di città. È in questo contesto che si inserisce l’intervento del Freeway Park di Lawrence Halprin e Angela Danadjieva a Seattle. Già il nome annuncia la dicotomia che caratterizza il progetto: vi è l’autostrada e vi è il parco. Halprin sospende un bosco sopra un’autostrada che tagliava in due la città di Seattle. Crea un ponte vegetale che riconnette i quartieri divisi dalla cesura dell’infrastruttura. Un parco pensile dai caratteri maestosi e selvaggi dell’Alta Sierra dove bisogna essere responsabili della propria incolumità come se si fosse in montagna, una foresta avvolgente e sensoriale, dove il suono dell’acqua corrente e del vento tra le fronde nasconde il rombo dei motori sottostanti. Il Freeway Park di Seattle è un ambiente urbano e silvano in cui la natura non è rappresentata nell’emulazione delle sue forme; piuttosto è interpretata in un corollario di elementi secchi ed essenziali che ne riproducono le dinamiche. È una cifra progettuale ricorrente negli interventi di Halprin: già per il sistema degli spazi pubblici di Portland introduceva l’impeto e il fascino del fiume Columbia in città attraverso una composizione di blocchi di calcestruzzo che sembrano modellati dal flusso dell’acqua. Nel Freeway Park si ricuce un’interruzione urbana con un innesto selvatico quasi autoreferenziale e distaccato dai ritmi e dai codici urbani. Eppure, l’intervento si imposta in continuità con le forme urbane, in una reciproca inversione che confonde i confini e le caratteristiche del paesaggio, che ora è un bosco pensile, ora è l’autostrada animata dall’artificiale flusso umano.
2025
Difformità. Progetti vulnerabili
9791222325354
Halprin; wilderness; continuità; interruzione; Freeway Park
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Linee continue, trame spezzate. Il Freeway Park di Lawrence Halprin e Angela Danadjieva, tra ambiente costruito ed ecologia nativa / Di Egidio, Alessandro. - (2025), pp. 48-59.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1753179
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