Ferrante Gorian (Gorizia, 1913 – Treviso, …) si forma presso il Regio Istituto Tecnico Agrario di Firenze, dove incontra Pietro Porcinai, figura determinante per la definizione della sua sensibilità paesaggistica. Dopo le difficoltà di affermarsi in Italia nel dopoguerra, nel 1948 si trasferisce a Montevideo, in Uruguay, dove lavora per la Dirección de Jardín y Paseo nel contesto del nuovo piano urbanistico cittadino. Qui entra in contatto con un ambiente culturale vivace, intrecciando relazioni con artisti e intellettuali, tra cui Roberto Burle Marx e il pittore Lino Dinetto. Durante il suo soggiorno sudamericano progetta numerosi giardini privati per una committenza colta e cosmopolita, distinguendosi per la ricerca di un equilibrio armonico tra architettura e paesaggio. Nei suoi progetti — come i giardini Sartori, Orodoqui e Strauch — Gorian abbandona la simmetria a favore di percorsi sinuosi, giochi di prospettive, composizioni di matrice pittorica e un uso materico che privilegia la pietra al cemento. Rientrato in Europa nel 1957, dopo il riconoscimento accademico ottenuto nei Paesi Bassi e la nomina a rappresentante dell’Uruguay nella IFLA, si stabilisce a Treviso, dove prosegue la sua attività di progettista di giardini privati.
I giardini di Ferrante Gorian in Uruguay / Di Donato, Benedetta. - (2025), pp. 276-277.
I giardini di Ferrante Gorian in Uruguay
Benedetta Di Donato
2025
Abstract
Ferrante Gorian (Gorizia, 1913 – Treviso, …) si forma presso il Regio Istituto Tecnico Agrario di Firenze, dove incontra Pietro Porcinai, figura determinante per la definizione della sua sensibilità paesaggistica. Dopo le difficoltà di affermarsi in Italia nel dopoguerra, nel 1948 si trasferisce a Montevideo, in Uruguay, dove lavora per la Dirección de Jardín y Paseo nel contesto del nuovo piano urbanistico cittadino. Qui entra in contatto con un ambiente culturale vivace, intrecciando relazioni con artisti e intellettuali, tra cui Roberto Burle Marx e il pittore Lino Dinetto. Durante il suo soggiorno sudamericano progetta numerosi giardini privati per una committenza colta e cosmopolita, distinguendosi per la ricerca di un equilibrio armonico tra architettura e paesaggio. Nei suoi progetti — come i giardini Sartori, Orodoqui e Strauch — Gorian abbandona la simmetria a favore di percorsi sinuosi, giochi di prospettive, composizioni di matrice pittorica e un uso materico che privilegia la pietra al cemento. Rientrato in Europa nel 1957, dopo il riconoscimento accademico ottenuto nei Paesi Bassi e la nomina a rappresentante dell’Uruguay nella IFLA, si stabilisce a Treviso, dove prosegue la sua attività di progettista di giardini privati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


