Uga de Plaisant (1917-2004) è stata un’architetta d’avanguardia. Sostenitrice di un pensiero rifondativo della disciplina progettuale che nelle nuove tecnologie – applicate in particolare nei campi dell’architettura per lo sport e dell’edilizia scolastica – e nell’uso pionieristico del computer come strumento gestionale, assieme a Giuseppe Perugini, trovava il terreno più fertile per sperimentazioni formali in totale rottura con il mondo accademico della “tendenza”. La de Plaisant studia a Roma, laureandosi nel 1941, iniziando come assistente di Enrico del Debbio (1891-1973) terrà prima, come Professore Incaricato, la cattedra di Disegno presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma “La Sapienza” e successivamente, come Professore Ordinario, la cattedra della stessa disciplina presso le Facoltà di Ingegneria di Firenze e di Roma “Tor Vergata”. La critica architettonica ha sempre associato il suo nome a quello del marito, Giuseppe Perugini (1914-1995), togliendo autonomia alla sua figura di brillante architetta e sperimentalista. Autonomia, e valore progettuale, che invece lo stesso Perugini aveva denunciato romanticamente usando il suo nome, UGA, come acronimo del motto “Unione Giovani Architetti”, usato per siglare, nel 1944, il progetto di concorso per il Memorial delle Fosse Ardeatine. In un’Italia che vede sconfitte figure creative come Leonardo Ricci (1918-1994) o Giancarlo De Carlo (1919-2005), la de Plaisant continua a sperimentare. Proponendo progetti innovativi nel campo dell’edilizia scolastica – come nel caso del Concorso per nuove tipologie scolastiche per la Provincia di Milano (1972) – o dell’edilizia abitativa, vincendo, assieme a Giuseppe Perugini, il primo Premio Inarch Finsider (1967) e applicandone i princìpi nel “giocattolo di famiglia” ovvero nella realizzazione della celeberrima Casa Albero (1968-1975) a Fregene. Progetti che trovano una matrice culturale e teorica nei sui scritti quali La didattica delle avanguardie, del 1979, che affronta gli aspetti innovativi del Costruttivismo Russo e la figura dell’“Ingegnere Artista” o Le Iconi d’oggi, del 1975, significativamente dedicato al rapporto tra pensiero, arte e rappresentazione. Focus di questo contributo è la descrizione del progetto di concorso del 1969 per il ponte sullo stretto di Messina. Un ponte, quello della coppia de Plaisant-Perugini, che si propone come un territorio artificiale diametralmente opposto, per composizione e pensiero progettuale, alle altre proposte “tradizionali” come quella di Sergio Musmeci. Progettano infatti un ponte circolare, resistente al vento, che gira tra le due sponde ospitando funzioni di ristoro e intrattenimento. La de Plaisant abbatte il concetto di tipologia e si fa promotrice di un’architettura dello spazio frutto del movimento. Non è un ritorno all’architettura della macchina ma è un porsi verso un’architettura del divenire.
La pioniera dimenticata dell’architettura cinetica. Uga de Plaisant e il progetto per il ponte sullo stretto / Sammarco, Cristian. - (2025), pp. 423-428.
La pioniera dimenticata dell’architettura cinetica. Uga de Plaisant e il progetto per il ponte sullo stretto
CRISTIAN SAMMARCO
2025
Abstract
Uga de Plaisant (1917-2004) è stata un’architetta d’avanguardia. Sostenitrice di un pensiero rifondativo della disciplina progettuale che nelle nuove tecnologie – applicate in particolare nei campi dell’architettura per lo sport e dell’edilizia scolastica – e nell’uso pionieristico del computer come strumento gestionale, assieme a Giuseppe Perugini, trovava il terreno più fertile per sperimentazioni formali in totale rottura con il mondo accademico della “tendenza”. La de Plaisant studia a Roma, laureandosi nel 1941, iniziando come assistente di Enrico del Debbio (1891-1973) terrà prima, come Professore Incaricato, la cattedra di Disegno presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma “La Sapienza” e successivamente, come Professore Ordinario, la cattedra della stessa disciplina presso le Facoltà di Ingegneria di Firenze e di Roma “Tor Vergata”. La critica architettonica ha sempre associato il suo nome a quello del marito, Giuseppe Perugini (1914-1995), togliendo autonomia alla sua figura di brillante architetta e sperimentalista. Autonomia, e valore progettuale, che invece lo stesso Perugini aveva denunciato romanticamente usando il suo nome, UGA, come acronimo del motto “Unione Giovani Architetti”, usato per siglare, nel 1944, il progetto di concorso per il Memorial delle Fosse Ardeatine. In un’Italia che vede sconfitte figure creative come Leonardo Ricci (1918-1994) o Giancarlo De Carlo (1919-2005), la de Plaisant continua a sperimentare. Proponendo progetti innovativi nel campo dell’edilizia scolastica – come nel caso del Concorso per nuove tipologie scolastiche per la Provincia di Milano (1972) – o dell’edilizia abitativa, vincendo, assieme a Giuseppe Perugini, il primo Premio Inarch Finsider (1967) e applicandone i princìpi nel “giocattolo di famiglia” ovvero nella realizzazione della celeberrima Casa Albero (1968-1975) a Fregene. Progetti che trovano una matrice culturale e teorica nei sui scritti quali La didattica delle avanguardie, del 1979, che affronta gli aspetti innovativi del Costruttivismo Russo e la figura dell’“Ingegnere Artista” o Le Iconi d’oggi, del 1975, significativamente dedicato al rapporto tra pensiero, arte e rappresentazione. Focus di questo contributo è la descrizione del progetto di concorso del 1969 per il ponte sullo stretto di Messina. Un ponte, quello della coppia de Plaisant-Perugini, che si propone come un territorio artificiale diametralmente opposto, per composizione e pensiero progettuale, alle altre proposte “tradizionali” come quella di Sergio Musmeci. Progettano infatti un ponte circolare, resistente al vento, che gira tra le due sponde ospitando funzioni di ristoro e intrattenimento. La de Plaisant abbatte il concetto di tipologia e si fa promotrice di un’architettura dello spazio frutto del movimento. Non è un ritorno all’architettura della macchina ma è un porsi verso un’architettura del divenire.| File | Dimensione | Formato | |
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