Secondo un celebre passo del Lunyu 论语, “la poesia unisce”. È ancora così oggi? Si tenterà di rispondere a tale quesito attraverso il caso del collettivo Chengshi manyouzhe 城市漫游者 (Le Flâneuse), le cui sette poete abbracciano l’idea di poesia come luogo di costruzione identitaria e comunitaria. Tale visione è in linea con la configurazione generale della poesia in Cina che per van Crevel è, a ragione, una “pratica sociale” (2021, 177). Proprio “pratica” è tra le parole chiave del presente studio, all’interno del quale il poetare è inteso come azione nel mondo, citando Adrienne Rich (Riley 2009, 361), e la scrittura è “spazio personalizzato” (Schaffer, Song 2007, 27) di articolazione di una voce propria, vitale per la poesia delle donne, “ai margini di un margine” (van Crevel 2008, 46).   Si esplorerà in tal senso la modalità “collettivo” (tuanti 团体) praticata da queste autrici della generazione cosiddetta jiulinghou 90 后 (post-Novanta) che, rifacendosi alla tradizione tanto autoctona che occidentale, hanno elaborato un vero e proprio manifesto. Attraverso l’analisi della prima e dell’ultima versione dello stesso, anche grazie a un’intervista condotta con le poete nell’aprile del 2024, si spiegherà perché può essergli attribuito valore socio-poetico. Significativo, inoltre, che la diffusione delle opere e di tale dichiarazione di poetica avvenga prevalentemente tramite la cassa di risonanza del social media Weixin 微信. Il profilo pubblico de Le Flâneuse, infatti, consente loro di accedere a uno “spazio discorsivo” alternativo (Chang, et al 2018, 326), al contempo autogestito, e potenzialmente illimitato. La lettura sarà guidata inoltre dal concetto di sorellanza, su cui poggia l’esistenza stessa del collettivo, come riconoscimento e supporto reciproci, nonché sostegno alla realizzazione dell’identità unica dell’altra (Zhao 2022), per resistere e scardinare le istituzioni fallocentriche (Huang 2024, 167), anche letterarie, attraverso una poesia che agisce e reagisce.  

“Da sole si va veloce, ma è insieme che si va lontano”: un esempio di sorellanza come pratica socio-poetica / Benigni, Martina. - (2025). (Intervento presentato al convegno XX Convegno Associazione Italiana Studi Cinesi (AISC) tenutosi a Bologna; Italy).

“Da sole si va veloce, ma è insieme che si va lontano”: un esempio di sorellanza come pratica socio-poetica

Martina Benigni
2025

Abstract

Secondo un celebre passo del Lunyu 论语, “la poesia unisce”. È ancora così oggi? Si tenterà di rispondere a tale quesito attraverso il caso del collettivo Chengshi manyouzhe 城市漫游者 (Le Flâneuse), le cui sette poete abbracciano l’idea di poesia come luogo di costruzione identitaria e comunitaria. Tale visione è in linea con la configurazione generale della poesia in Cina che per van Crevel è, a ragione, una “pratica sociale” (2021, 177). Proprio “pratica” è tra le parole chiave del presente studio, all’interno del quale il poetare è inteso come azione nel mondo, citando Adrienne Rich (Riley 2009, 361), e la scrittura è “spazio personalizzato” (Schaffer, Song 2007, 27) di articolazione di una voce propria, vitale per la poesia delle donne, “ai margini di un margine” (van Crevel 2008, 46).   Si esplorerà in tal senso la modalità “collettivo” (tuanti 团体) praticata da queste autrici della generazione cosiddetta jiulinghou 90 后 (post-Novanta) che, rifacendosi alla tradizione tanto autoctona che occidentale, hanno elaborato un vero e proprio manifesto. Attraverso l’analisi della prima e dell’ultima versione dello stesso, anche grazie a un’intervista condotta con le poete nell’aprile del 2024, si spiegherà perché può essergli attribuito valore socio-poetico. Significativo, inoltre, che la diffusione delle opere e di tale dichiarazione di poetica avvenga prevalentemente tramite la cassa di risonanza del social media Weixin 微信. Il profilo pubblico de Le Flâneuse, infatti, consente loro di accedere a uno “spazio discorsivo” alternativo (Chang, et al 2018, 326), al contempo autogestito, e potenzialmente illimitato. La lettura sarà guidata inoltre dal concetto di sorellanza, su cui poggia l’esistenza stessa del collettivo, come riconoscimento e supporto reciproci, nonché sostegno alla realizzazione dell’identità unica dell’altra (Zhao 2022), per resistere e scardinare le istituzioni fallocentriche (Huang 2024, 167), anche letterarie, attraverso una poesia che agisce e reagisce.  
2025
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