Per quanto possa apparire ovvio e pleonastico, il concetto di dentro riferito a un carcere, nel caso specifico quello di Regina Coeli, implica una complessa varietà di interiorità che merita di essere analizzata fuor di facili metafore. La prima, e più grande, condizione di interiorità è riferita alla scala urbana e implica, a differenza delle successive, una connotazione positiva per essere, oggi, dentro la città; per quanto involontaria, considerata l'intenzione originaria di individuare una collocazione almeno marginale, la condizione odierna di assoluta centralità nel tessuto urbano costituisce un fattore qualificante, gradito non solo ai reclusi e alle loro famiglie, così come ad avvocati e magistrati per evidenti vantaggi di accessibilità, ma anche sempre più riconosciuto come efficace presupposto per una più compiuta interazione tra istituto e città. Stare fisicamente dentro il tessuto urbano implica maggiori opportunità di restare dentro anche al connettivo sociale, con tutti i vantaggi che una consolidata letteratura gli attribuisce e che non serve qui richiamare. Gli aspetti positivi di un’interiorità urbana implicano ovviamente dei costi sul piano della conformità della struttura storica non solo con i vincoli di una città che gli si è consolidata intorno, ma anche con i requisiti prestazionali di modalità detentive aggiornate. Sul piano scalare, all'estremità opposta della dimensione urbana, si trova la scala dell'individuo e della sua sfera di intimità, al centro di un sistema concentrico di interni di diverso grado e intensità, che nel caso di Regina Coeli si stringono intorno al recluso senza quasi soluzione di continuità, a causa dell'insufficienza di spazio e della compressione che ne deriva. Paradossalmente, la dimensione individuale costituisce l'unità di misura del modello cellulare di reclusione, che è quello su cui è basato il sistema di Regina Coeli, ma confligge non solo con modelli detentivi più aggiornati ma con una permanente condizione di sovraffollamento che affligge da sempre l'edificio e che non è solo in contraddizione con il modello tipologico ma confligge con ogni tentativo di riconfigurazione spaziale conforme allo spazio disponibile.

Dentro / Lambertucci, Filippo. - (2025), pp. 250-267.

Dentro

Filippo Lambertucci
2025

Abstract

Per quanto possa apparire ovvio e pleonastico, il concetto di dentro riferito a un carcere, nel caso specifico quello di Regina Coeli, implica una complessa varietà di interiorità che merita di essere analizzata fuor di facili metafore. La prima, e più grande, condizione di interiorità è riferita alla scala urbana e implica, a differenza delle successive, una connotazione positiva per essere, oggi, dentro la città; per quanto involontaria, considerata l'intenzione originaria di individuare una collocazione almeno marginale, la condizione odierna di assoluta centralità nel tessuto urbano costituisce un fattore qualificante, gradito non solo ai reclusi e alle loro famiglie, così come ad avvocati e magistrati per evidenti vantaggi di accessibilità, ma anche sempre più riconosciuto come efficace presupposto per una più compiuta interazione tra istituto e città. Stare fisicamente dentro il tessuto urbano implica maggiori opportunità di restare dentro anche al connettivo sociale, con tutti i vantaggi che una consolidata letteratura gli attribuisce e che non serve qui richiamare. Gli aspetti positivi di un’interiorità urbana implicano ovviamente dei costi sul piano della conformità della struttura storica non solo con i vincoli di una città che gli si è consolidata intorno, ma anche con i requisiti prestazionali di modalità detentive aggiornate. Sul piano scalare, all'estremità opposta della dimensione urbana, si trova la scala dell'individuo e della sua sfera di intimità, al centro di un sistema concentrico di interni di diverso grado e intensità, che nel caso di Regina Coeli si stringono intorno al recluso senza quasi soluzione di continuità, a causa dell'insufficienza di spazio e della compressione che ne deriva. Paradossalmente, la dimensione individuale costituisce l'unità di misura del modello cellulare di reclusione, che è quello su cui è basato il sistema di Regina Coeli, ma confligge non solo con modelli detentivi più aggiornati ma con una permanente condizione di sovraffollamento che affligge da sempre l'edificio e che non è solo in contraddizione con il modello tipologico ma confligge con ogni tentativo di riconfigurazione spaziale conforme allo spazio disponibile.
2025
Patrimonio recluso. Regina Coeli e le carceri storiche italiane
979-12-5644-097-9
carcere; abitare collettivo; architettura della detenzione; patrimonio demaniale
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Dentro / Lambertucci, Filippo. - (2025), pp. 250-267.
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