Il saggio analizza il ruolo della fotografia nell'arte di Eugene Berman, pittore neoromantico che, emigrato dalla Russia dopo la Rivoluzione d'ottobre, visse in Francia dal 1919 fino alla fine degli anni Trenta, per trasferirsi prima negli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale, poi a Roma nel 1958, dove si spense nel 1972. L'Italia fu da sempre meta ideale e fonte di ispirazione della sua opera d'artista. Nel periodo italiano si infittisce il suo lavoro su un notevole repertorio di fotografie, sue e di altri autori, ordinate topograficamente, e ricomposte e selezionate per offrire una ricostruzione immaginaria - ma plausibile - dell'esperienza vissuta. Il saggio ricostruisce le origini del suo rapporto con la fotografia, evidenziando inediti legami con il sistema dei rotocalchi e dello star system soprattutto durante il soggiorno negli Stati Uniti. Man Ray, Lee Miller, Herbert List, Helen Lewitt, Irving Penn, Avedon sono solo alcuni degli autori con i quali stabilì un contatto, mentre nella sua collezione spiccano fotografie di Henri-Cartier Bresson, George Platt Linee e di ditte fotografiche antiche, da Alinari, a Brogi, a von Brehme, fino agli amici Robert Emmett Bright e Roloff Beny. Il saggio ricostruire i contesti di produzione e di uso delle fotografie, anche in relazione alla ispirazione dalle antichità transnazionali della sua collezione (etrusche, mesoamericane, egizie, africane, greco-romane e altro).
Tra sogno, ricordo e realtà: la fotografia nell’arte di Eugene Berman, da New York a Roma / Schiaffini, Ilaria. - (2025), pp. 61-73.
Tra sogno, ricordo e realtà: la fotografia nell’arte di Eugene Berman, da New York a Roma
ilaria schiaffini
2025
Abstract
Il saggio analizza il ruolo della fotografia nell'arte di Eugene Berman, pittore neoromantico che, emigrato dalla Russia dopo la Rivoluzione d'ottobre, visse in Francia dal 1919 fino alla fine degli anni Trenta, per trasferirsi prima negli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale, poi a Roma nel 1958, dove si spense nel 1972. L'Italia fu da sempre meta ideale e fonte di ispirazione della sua opera d'artista. Nel periodo italiano si infittisce il suo lavoro su un notevole repertorio di fotografie, sue e di altri autori, ordinate topograficamente, e ricomposte e selezionate per offrire una ricostruzione immaginaria - ma plausibile - dell'esperienza vissuta. Il saggio ricostruisce le origini del suo rapporto con la fotografia, evidenziando inediti legami con il sistema dei rotocalchi e dello star system soprattutto durante il soggiorno negli Stati Uniti. Man Ray, Lee Miller, Herbert List, Helen Lewitt, Irving Penn, Avedon sono solo alcuni degli autori con i quali stabilì un contatto, mentre nella sua collezione spiccano fotografie di Henri-Cartier Bresson, George Platt Linee e di ditte fotografiche antiche, da Alinari, a Brogi, a von Brehme, fino agli amici Robert Emmett Bright e Roloff Beny. Il saggio ricostruire i contesti di produzione e di uso delle fotografie, anche in relazione alla ispirazione dalle antichità transnazionali della sua collezione (etrusche, mesoamericane, egizie, africane, greco-romane e altro).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


