La «libertà d’Italia» è un’invocazione largamente presente già nelle fonti diplomatiche quattrocentesche intesa come conservazione dell’integrità territoriale dei singoli Stati della penisola e dell’equilibrio tra loro raggiunto con la pace di Lodi del 1454 e la Lega italica dell’anno successivo. La storiografia cinquecentesca diede ampio spazio a questa espressione destinata peraltro a subire numerosi cambiamenti di significato nel corso delle guerre d’Italia e a diventare, poi, un modulo interpretativo della storia italiana. In questa prospettiva che cosa avvenne negli anni del secondo pontificato mediceo, in particolare all’indomani della battaglia di Pavia (1525), che modificò drasticamente quanto repentinamente la scena politica italiana? Come mutò il senso concreto di questo proposito politico? Se e come interpretò Clemente VII il suo ruolo di difensore della «libertà d’Italia»? Per cercare di fornire alcune risposte, proveremo in questo intervento ad avvalerci dell’analisi fornita, tra gli altri, da Paolo Giovio, storico delle guerre d’Italia, ma anche spettatore di primo piano, nella curia di Clemente VII, di quei drammatici frangenti.
Paolo Giovio, Clemente VII e la “libertà d’Italia” (1525-1530) / Valeri, Elena. - (2025), pp. 187-204. - LABORATORIO ERASMO.
Paolo Giovio, Clemente VII e la “libertà d’Italia” (1525-1530)
Elena Valeri
2025
Abstract
La «libertà d’Italia» è un’invocazione largamente presente già nelle fonti diplomatiche quattrocentesche intesa come conservazione dell’integrità territoriale dei singoli Stati della penisola e dell’equilibrio tra loro raggiunto con la pace di Lodi del 1454 e la Lega italica dell’anno successivo. La storiografia cinquecentesca diede ampio spazio a questa espressione destinata peraltro a subire numerosi cambiamenti di significato nel corso delle guerre d’Italia e a diventare, poi, un modulo interpretativo della storia italiana. In questa prospettiva che cosa avvenne negli anni del secondo pontificato mediceo, in particolare all’indomani della battaglia di Pavia (1525), che modificò drasticamente quanto repentinamente la scena politica italiana? Come mutò il senso concreto di questo proposito politico? Se e come interpretò Clemente VII il suo ruolo di difensore della «libertà d’Italia»? Per cercare di fornire alcune risposte, proveremo in questo intervento ad avvalerci dell’analisi fornita, tra gli altri, da Paolo Giovio, storico delle guerre d’Italia, ma anche spettatore di primo piano, nella curia di Clemente VII, di quei drammatici frangenti.| File | Dimensione | Formato | |
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