La poetica profonda di Le Corbusier è radicata nel Mediterraneo e le architetture dei paesi affacciati nel bacino di questo mare sono state un riferimento costante per tutta la sua carriera. La sua formazione come architetto si modellò e si consolidò attraverso innumerevoli viaggi in questi territori: in Toscana nel 1907; il Voyage d’Orient del 1911; in Spagna del 1928; ad Algeri del 1931; ad Atene del 1933 per il IV CIAM sul piroscafo Patris II; moltis-sime volte a Capri e nel golfo di Napoli. Molta critica novecentesca ha assegnato ad alcuni edifici del maestro svizzero un paradigmatico ruolo di rottura all’interno di una carriera variegata e discontinua. Villa Savoye e le Maisons Jaoul sono appunto due punti di svol-ta tra le varie fasi del suo percorso creativo: la casa del 1931 è il manifesto del suo modernismo meccanicista, idealista e razionale; le opere del 1954 sarebbero invece l’esito di una svolta filo vernacolare, iniziata proprio dopo la costruzione della villa di Poissy, che lo condusse a una diversa maniera regionalista e realista. Tuttavia, a un’attenta lettura dei molteplici caratteri linguistici e compositivi dei due capolavori, essi appaiono come tappe di un’evidente e coerente traiettoria artistica, frutto di una complessa, sofferta e a volte contraddittoria poetica mediterranea. Più in generale, queste opere sono anche una lezione sull’architettura del Novecento, laddove il Movimento Moderno è stato, in fondo, un’importantissima ma «piccola porzione dell’avventura artistica della modernità, di cui ancora non si riesce a individuare un chiaro e incontestato punto di origine».
La parabola della modernità nel sogno mediterraneo di Le Corbusier. Villa Savoye a Poissy 1928-1931. Maisons Jaoul a Neuilly-sur-Seine 1951-1956 / Lanzetta, Alessandro. - (2025), pp. 56-79.
La parabola della modernità nel sogno mediterraneo di Le Corbusier. Villa Savoye a Poissy 1928-1931. Maisons Jaoul a Neuilly-sur-Seine 1951-1956
Alessandro Lanzetta
2025
Abstract
La poetica profonda di Le Corbusier è radicata nel Mediterraneo e le architetture dei paesi affacciati nel bacino di questo mare sono state un riferimento costante per tutta la sua carriera. La sua formazione come architetto si modellò e si consolidò attraverso innumerevoli viaggi in questi territori: in Toscana nel 1907; il Voyage d’Orient del 1911; in Spagna del 1928; ad Algeri del 1931; ad Atene del 1933 per il IV CIAM sul piroscafo Patris II; moltis-sime volte a Capri e nel golfo di Napoli. Molta critica novecentesca ha assegnato ad alcuni edifici del maestro svizzero un paradigmatico ruolo di rottura all’interno di una carriera variegata e discontinua. Villa Savoye e le Maisons Jaoul sono appunto due punti di svol-ta tra le varie fasi del suo percorso creativo: la casa del 1931 è il manifesto del suo modernismo meccanicista, idealista e razionale; le opere del 1954 sarebbero invece l’esito di una svolta filo vernacolare, iniziata proprio dopo la costruzione della villa di Poissy, che lo condusse a una diversa maniera regionalista e realista. Tuttavia, a un’attenta lettura dei molteplici caratteri linguistici e compositivi dei due capolavori, essi appaiono come tappe di un’evidente e coerente traiettoria artistica, frutto di una complessa, sofferta e a volte contraddittoria poetica mediterranea. Più in generale, queste opere sono anche una lezione sull’architettura del Novecento, laddove il Movimento Moderno è stato, in fondo, un’importantissima ma «piccola porzione dell’avventura artistica della modernità, di cui ancora non si riesce a individuare un chiaro e incontestato punto di origine».| File | Dimensione | Formato | |
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