L’articolo presenta i risultati delle recenti indagini archeologiche condotte dal 2017 a Civita Giuliana, un’area suburbana a nord di Pompei, nell’ambito del contrasto agli scavi clandestini e della valorizzazione del Grande Progetto Pompei. Le ricerche hanno permesso di riportare alla luce settori inediti della cosiddetta “Villa Imperiali”. Durante lo scavo è stato rinvenuto un vano collegato al criptoportico, dove sono stati individuati i resti di due vittime dell’eruzione del 79 d.C., riprodotte con la tecnica dei calchi in gesso. Grazie a un approccio multidisciplinare – che ha coinvolto archeologi, antropologi, vulcanologi e specialisti in tessuti – i calchi hanno restituito dati preziosi sulle dinamiche della morte, sull’abbigliamento e sulle condizioni di vita degli individui. Le analisi antropologiche hanno identificato due uomini: un giovane (18-25 anni), probabilmente uno schiavo, e un adulto (30-40 anni), di status sociale più elevato, vestito con tunica e mantello di lana. Le impronte tessili e i residui mineralizzati di stoffa hanno consentito, per la prima volta, lo studio diretto dei materiali organici preservatisi nella cinerite, offrendo nuove conoscenze sulla produzione e sull’uso dei tessuti in età romana. Il ritrovamento rappresenta un avanzamento significativo nello studio dei calchi pompeiani, combinando la tradizione avviata da Giuseppe Fiorelli nel 1863 con metodologie diagnostiche moderne. L’eccezionale stato di conservazione dei corpi e dei tessuti contribuisce a una più profonda comprensione della vita quotidiana, delle condizioni sociali e degli effetti dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
I nuovi calchi di Civita Giuliana / Coletti, Francesca; Osanna, Massimo; Amoretti, Valeria. - (2021), pp. 129-148. - STUDI E RICERCHE DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI.
I nuovi calchi di Civita Giuliana
FRANCESCA COLETTI;Massimo Osanna;
2021
Abstract
L’articolo presenta i risultati delle recenti indagini archeologiche condotte dal 2017 a Civita Giuliana, un’area suburbana a nord di Pompei, nell’ambito del contrasto agli scavi clandestini e della valorizzazione del Grande Progetto Pompei. Le ricerche hanno permesso di riportare alla luce settori inediti della cosiddetta “Villa Imperiali”. Durante lo scavo è stato rinvenuto un vano collegato al criptoportico, dove sono stati individuati i resti di due vittime dell’eruzione del 79 d.C., riprodotte con la tecnica dei calchi in gesso. Grazie a un approccio multidisciplinare – che ha coinvolto archeologi, antropologi, vulcanologi e specialisti in tessuti – i calchi hanno restituito dati preziosi sulle dinamiche della morte, sull’abbigliamento e sulle condizioni di vita degli individui. Le analisi antropologiche hanno identificato due uomini: un giovane (18-25 anni), probabilmente uno schiavo, e un adulto (30-40 anni), di status sociale più elevato, vestito con tunica e mantello di lana. Le impronte tessili e i residui mineralizzati di stoffa hanno consentito, per la prima volta, lo studio diretto dei materiali organici preservatisi nella cinerite, offrendo nuove conoscenze sulla produzione e sull’uso dei tessuti in età romana. Il ritrovamento rappresenta un avanzamento significativo nello studio dei calchi pompeiani, combinando la tradizione avviata da Giuseppe Fiorelli nel 1863 con metodologie diagnostiche moderne. L’eccezionale stato di conservazione dei corpi e dei tessuti contribuisce a una più profonda comprensione della vita quotidiana, delle condizioni sociali e degli effetti dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


