Il presente contributo analizza il rapporto tra architettura e cibo, due componenti strettamente interconnesse del patrimonio culturale italiano. Dall’antichità romana al Rinascimento, fino alla codificazione della cucina nazionale operata da Pellegrino Artusi, il legame tra tematiche architettoniche e tradizione gastronomica si è progressivamente consolidato, riflettendo le trasformazioni sociali e culturali del Paese. Nella società contemporanea, il cibo assume un ruolo centrale come elemento culturale e sociale, la cui evoluzione si affianca al dibattito architettonico sulla permanenza e trasformazione delle preesistenze storiche. L’argomento viene approfondito attraverso l’analisi di due casi studio: il Museo Casa Artusi a Forlimpopoli e il Museo del Tartufo di Alba e Montà. Entrambi sorgono in contesti di rilievo storico e rappresentano esempi significativi di dialogo tra tradizione e innovazione. Oltre al valore simbolico, l’intersezione tra architettura e cultura gastronomica evidenzia la necessità di una rete di spazi pubblici capaci di rafforzare la percezione dell’identità culturale e promuovere l’interazione sociale. In questa prospettiva, il cibo si configura non solo come nutrimento, ma come catalizzatore per la rigenerazione urbana, favorendo il riuso di spazi sottoutilizzati e contribuendo alla coesione sociale. Adottando un approccio interdisciplinare, il contributo propone una riflessione sul concetto di “permanenza” nell’ambito della teoria e della pratica architettonica, mettendo in luce l’importanza di una mediazione consapevole tra memoria storica, innovazione progettuale e nuovi modelli di spazio pubblico nella pianificazione urbana contemporanea.
Food, Architecture and Urban Regeneration: Narrating Identity through Contemporary Museography / Stella, Antonello; Meta, Margherita. - (2025), pp. 186-192.
Food, Architecture and Urban Regeneration: Narrating Identity through Contemporary Museography
STELLA, ANTONELLO;META, MARGHERITA
2025
Abstract
Il presente contributo analizza il rapporto tra architettura e cibo, due componenti strettamente interconnesse del patrimonio culturale italiano. Dall’antichità romana al Rinascimento, fino alla codificazione della cucina nazionale operata da Pellegrino Artusi, il legame tra tematiche architettoniche e tradizione gastronomica si è progressivamente consolidato, riflettendo le trasformazioni sociali e culturali del Paese. Nella società contemporanea, il cibo assume un ruolo centrale come elemento culturale e sociale, la cui evoluzione si affianca al dibattito architettonico sulla permanenza e trasformazione delle preesistenze storiche. L’argomento viene approfondito attraverso l’analisi di due casi studio: il Museo Casa Artusi a Forlimpopoli e il Museo del Tartufo di Alba e Montà. Entrambi sorgono in contesti di rilievo storico e rappresentano esempi significativi di dialogo tra tradizione e innovazione. Oltre al valore simbolico, l’intersezione tra architettura e cultura gastronomica evidenzia la necessità di una rete di spazi pubblici capaci di rafforzare la percezione dell’identità culturale e promuovere l’interazione sociale. In questa prospettiva, il cibo si configura non solo come nutrimento, ma come catalizzatore per la rigenerazione urbana, favorendo il riuso di spazi sottoutilizzati e contribuendo alla coesione sociale. Adottando un approccio interdisciplinare, il contributo propone una riflessione sul concetto di “permanenza” nell’ambito della teoria e della pratica architettonica, mettendo in luce l’importanza di una mediazione consapevole tra memoria storica, innovazione progettuale e nuovi modelli di spazio pubblico nella pianificazione urbana contemporanea.| File | Dimensione | Formato | |
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