L’interazione tra l’invenzione tecnologica e la progettazione architettonica nei secoli ha alimentato una continua trasformazione, dando forma non solo agli edifici stessi ma anche al processo mediante il quale essi sono configurati. Nell’era digitale, i paradigmi tradizionali della concezione e realizzazione architettonica appaiono ridefiniti dall’introduzione di strumentazioni meccanico-matematiche, in particolare computazionali (software), dando luogo ad un processo in cui l’architettura, tra estetica ed etica, è alla continua ricerca di un equilibrio tra innovazione e principi fondamentali. Dal concepimento del calcestruzzo romano, all’utilizzo innovativo delle strutture in acciaio, all’invenzione del cemento armato, le scoperte tecnologiche hanno spesso caratterizzato l’innovazione strutturale ed architettonica, consentendo la generazione di forme iconiche, sintesi di competenza tecnica del tempo e di intrinseca armonia tra concezione e costruzione. Con l’avvento dell’era elettronica e digitale, gli algoritmi e i software assumono il ruolo chiave nell’innovazione, generando forme geometriche complesse, che però spesso trascendono la mera funzionalità strutturale. Con l’evoluzione delle abilità computazionali, i limiti dell’immaginazione architettonica si espandono. Architetture “decostruite”, “non-lineari”, “virtuali”, sfidano le convenzionali nozioni di forma e spazio, invitando gli architetti ad abbandonare i paradigmi di progettazione convenzionali. Si assiste ad un progressivo incremento della dicotomia tra forme rappresentate e costruite, con il risultato di un definitivo scollamento tra opere concepite e loro realizzazione. In questo testo si propone una riflessione su come l’architettura possa preservare un’etica «tettonica», riferita alla firmitas vitruviana, pur navigando le correnti digitali, preservando i fondamentali principi di stabilità, integrità e di unitarietà del processo compositivo. Possono gli algoritmi di ottimizzazione strutturale, anche riferiti alle derivazioni più innovative dell’intelligenza artificiale (AI), consentire il dialogo con le altre componenti della progettazione per generare nuove forme che armonizzino estetica e vincoli reali?
La concezione strutturale in architettura nell’era digitale, tra estetica ed etica / Trovalusci, Patrizia; Trinchera, Andrea. - (2025).
La concezione strutturale in architettura nell’era digitale, tra estetica ed etica
Patrizia Trovalusci;
2025
Abstract
L’interazione tra l’invenzione tecnologica e la progettazione architettonica nei secoli ha alimentato una continua trasformazione, dando forma non solo agli edifici stessi ma anche al processo mediante il quale essi sono configurati. Nell’era digitale, i paradigmi tradizionali della concezione e realizzazione architettonica appaiono ridefiniti dall’introduzione di strumentazioni meccanico-matematiche, in particolare computazionali (software), dando luogo ad un processo in cui l’architettura, tra estetica ed etica, è alla continua ricerca di un equilibrio tra innovazione e principi fondamentali. Dal concepimento del calcestruzzo romano, all’utilizzo innovativo delle strutture in acciaio, all’invenzione del cemento armato, le scoperte tecnologiche hanno spesso caratterizzato l’innovazione strutturale ed architettonica, consentendo la generazione di forme iconiche, sintesi di competenza tecnica del tempo e di intrinseca armonia tra concezione e costruzione. Con l’avvento dell’era elettronica e digitale, gli algoritmi e i software assumono il ruolo chiave nell’innovazione, generando forme geometriche complesse, che però spesso trascendono la mera funzionalità strutturale. Con l’evoluzione delle abilità computazionali, i limiti dell’immaginazione architettonica si espandono. Architetture “decostruite”, “non-lineari”, “virtuali”, sfidano le convenzionali nozioni di forma e spazio, invitando gli architetti ad abbandonare i paradigmi di progettazione convenzionali. Si assiste ad un progressivo incremento della dicotomia tra forme rappresentate e costruite, con il risultato di un definitivo scollamento tra opere concepite e loro realizzazione. In questo testo si propone una riflessione su come l’architettura possa preservare un’etica «tettonica», riferita alla firmitas vitruviana, pur navigando le correnti digitali, preservando i fondamentali principi di stabilità, integrità e di unitarietà del processo compositivo. Possono gli algoritmi di ottimizzazione strutturale, anche riferiti alle derivazioni più innovative dell’intelligenza artificiale (AI), consentire il dialogo con le altre componenti della progettazione per generare nuove forme che armonizzino estetica e vincoli reali?| File | Dimensione | Formato | |
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