Il volume ripercorrere il cammino di progressiva democratizzazione della scuola italiana, attraverso l’esame delle tre dimensioni, organizzativa, culturale e finalistica in cui maggiormente tale processo si è manifesta-to e si è progressivamente criticizzato. Nel primo Capitolo si darà conto della dimensione organizzati-va, soffermandosi sugli elementi più connotativi di discontinuità, ma soprattutto di continuità, che hanno caratterizzato, sul piano dell’organizzazione amministrativa, il passaggio dallo Stato liberale allo Stato fascista e dallo Stato fascista alla Repubblica. La parte iniziale del Capitolo tenterà di indagare le forme e le ragioni della persistenza della scuola autoritaria per tutto il primo ventennio di sto-ria repubblicana, per poi soffermarsi, nell’ultima parte, sulle rilevanti riforme degli anni Settanta del secolo passato, che hanno final-mente aperto all’organizzazione democratica “della” e “nella” scuo-la, segnata dalla partecipazione dei diversi soggetti: insegnanti, fa-miglie, studenti, e che ha affermato anche una prima forma di au-tonomia, quella dell’autogoverno della comunità scolastica. Descritto il percorso di lenta affermazione della democrazia nella scuola italiana, il secondo Capitolo tenterà di proporre, a inte-grazione dell’esame svolto nel primo capitolo, la ricerca delle ra-gioni storiche e ideologiche che hanno fatto emergere il concetto di autonomia della scuola, ripercorrendo l’importante dibattito po-litico e giuridico che si è svolto all’indomani del primo conflitto mondiale e che ha segnato l’alleanza nelle politiche scolastiche fra liberali-idealisti e popolari-cattolici, che ha preparato il terreno alla riforma Gentile e alla restaurazione antidemocratica nel ventennio fascista. L’ultima parte del Capitolo si soffermerà sulle rivendica-zioni avanzate dal mondo della scuola, all’indomani dell’approvazione della Costituzione, dell’autonomia della scuola, intesa come autogoverno dei docenti e delle diverse componenti della comunità scolastica, che si è affermata nelle riforme dei decre-ti delegati degli anni Settanta. A quell’idea di autonomia, a partire dalle riforme degli anni Novanta del secolo passato, si è progressi-vamente sostituito un diverso concetto di autonomia, inteso come autonomia funzionale dell’amministrazione scolastica, che ha aper-to all’affermazione della scuola-azienda. Questa trasformazione ha finito per perdere di vista quell’importante funzione della scuola democratica quale luogo di formazione della cittadinanza democra-tica. Nel terzo capitolo, le condizioni di esistenza della scuola de-mocratica saranno considerate avendo riguardo alla dimensione culturale della democrazia nella scuola, che attiene alla libertà costi-tuzionale di insegnamento quale precondizione per garantire il plu-ralismo culturale, posto a fondamento dei principi democratici. L’esame si propone di offrire i profili ricostruttivi della libertà di insegnamento, ma anche le questioni attuali che si pongono come limite alla stessa libertà o che rappresentano una riedizione di for-me di controllo e di influenza dall’alto dell’autonomia degli inse-gnanti, come paventato con le Nuove linee 2025 per i programmi del primo ciclo di istruzione, presentate dal Ministro dell’istruzione e del merito Valditara a metà marzo del 2025. Nel quarto capitolo, la riflessione sulla scuola democratica si concentrerà sulla dimensione teleologica o finalistica che coincide con l’ambito dedicato al diritto sociale all’istruzione, ovverosia la scuola “aperta a tutti” come condizione dell’uguaglianza sostanziale. Anche in questo caso, dopo l’esame dell’art. 34 Cost., ci si soffer-merà sulla sua problematica attuazione, avendo riguardo anche ai particolari profili di attualità che attengono le sfide della garanzia della scuola aperta a tutti nella sua dimensione sia interna, dell’inclusione - sempre più compromessa dal processo di azienda-lizzazione della scuola - che esterna, relativa alle condizioni di par-tecipazione politica degli studenti. La seconda parte del Capitolo si soffermerà sulle questioni relative al tentativo di attuazione dell’autonomia differenziata e alle sue problematiche ricadute sulle garanzie del diritto sociale di istruzione. L’ultimo capitolo, muovendo dal particolare rapporto fra “poli-tica e pedagogia”, indagherà le ragioni che hanno portato al cambio di denominazione del Ministero, da Ministero della pubblica istru-zione a Ministero dell’istruzione e del merito. In questa parte, si proverà a riflettere, a partire dal testo costituzionale, sulla sovrap-posizione fra i concetti di “merito” e “meritevolezza”, proponen-done un’interpretazione disgiuntiva, in base alla quale il primo ap-pare funzionalizzato all’uguaglianza formale, mentre la seconda ap-pare attuativa dell’uguaglianza sostanziale. Si prenderanno in esame le conseguenze della progressiva affermazione della meritocrazia nell’ambito scolastico e le sue preoccupanti ricadute all’interno di una scuola che, oramai, non ha perso solo le sue capacità di rimo-zione delle disuguaglianze, ma è tornata ad essere, per molti versi, scuola classista e funzionale alle richieste del mercato, come dimo-stra la riforma degli ITS Academy, che appaiono per molti versi, come si vedrà nelle considerazioni conclusive, un ritorno al passato.

Costituzione e scuola democratica fra autonomia e merito / Angelini, Francesca Filomena. - (2025), pp. 1-320.

Costituzione e scuola democratica fra autonomia e merito

Angelini, Francesca Filomena
2025

Abstract

Il volume ripercorrere il cammino di progressiva democratizzazione della scuola italiana, attraverso l’esame delle tre dimensioni, organizzativa, culturale e finalistica in cui maggiormente tale processo si è manifesta-to e si è progressivamente criticizzato. Nel primo Capitolo si darà conto della dimensione organizzati-va, soffermandosi sugli elementi più connotativi di discontinuità, ma soprattutto di continuità, che hanno caratterizzato, sul piano dell’organizzazione amministrativa, il passaggio dallo Stato liberale allo Stato fascista e dallo Stato fascista alla Repubblica. La parte iniziale del Capitolo tenterà di indagare le forme e le ragioni della persistenza della scuola autoritaria per tutto il primo ventennio di sto-ria repubblicana, per poi soffermarsi, nell’ultima parte, sulle rilevanti riforme degli anni Settanta del secolo passato, che hanno final-mente aperto all’organizzazione democratica “della” e “nella” scuo-la, segnata dalla partecipazione dei diversi soggetti: insegnanti, fa-miglie, studenti, e che ha affermato anche una prima forma di au-tonomia, quella dell’autogoverno della comunità scolastica. Descritto il percorso di lenta affermazione della democrazia nella scuola italiana, il secondo Capitolo tenterà di proporre, a inte-grazione dell’esame svolto nel primo capitolo, la ricerca delle ra-gioni storiche e ideologiche che hanno fatto emergere il concetto di autonomia della scuola, ripercorrendo l’importante dibattito po-litico e giuridico che si è svolto all’indomani del primo conflitto mondiale e che ha segnato l’alleanza nelle politiche scolastiche fra liberali-idealisti e popolari-cattolici, che ha preparato il terreno alla riforma Gentile e alla restaurazione antidemocratica nel ventennio fascista. L’ultima parte del Capitolo si soffermerà sulle rivendica-zioni avanzate dal mondo della scuola, all’indomani dell’approvazione della Costituzione, dell’autonomia della scuola, intesa come autogoverno dei docenti e delle diverse componenti della comunità scolastica, che si è affermata nelle riforme dei decre-ti delegati degli anni Settanta. A quell’idea di autonomia, a partire dalle riforme degli anni Novanta del secolo passato, si è progressi-vamente sostituito un diverso concetto di autonomia, inteso come autonomia funzionale dell’amministrazione scolastica, che ha aper-to all’affermazione della scuola-azienda. Questa trasformazione ha finito per perdere di vista quell’importante funzione della scuola democratica quale luogo di formazione della cittadinanza democra-tica. Nel terzo capitolo, le condizioni di esistenza della scuola de-mocratica saranno considerate avendo riguardo alla dimensione culturale della democrazia nella scuola, che attiene alla libertà costi-tuzionale di insegnamento quale precondizione per garantire il plu-ralismo culturale, posto a fondamento dei principi democratici. L’esame si propone di offrire i profili ricostruttivi della libertà di insegnamento, ma anche le questioni attuali che si pongono come limite alla stessa libertà o che rappresentano una riedizione di for-me di controllo e di influenza dall’alto dell’autonomia degli inse-gnanti, come paventato con le Nuove linee 2025 per i programmi del primo ciclo di istruzione, presentate dal Ministro dell’istruzione e del merito Valditara a metà marzo del 2025. Nel quarto capitolo, la riflessione sulla scuola democratica si concentrerà sulla dimensione teleologica o finalistica che coincide con l’ambito dedicato al diritto sociale all’istruzione, ovverosia la scuola “aperta a tutti” come condizione dell’uguaglianza sostanziale. Anche in questo caso, dopo l’esame dell’art. 34 Cost., ci si soffer-merà sulla sua problematica attuazione, avendo riguardo anche ai particolari profili di attualità che attengono le sfide della garanzia della scuola aperta a tutti nella sua dimensione sia interna, dell’inclusione - sempre più compromessa dal processo di azienda-lizzazione della scuola - che esterna, relativa alle condizioni di par-tecipazione politica degli studenti. La seconda parte del Capitolo si soffermerà sulle questioni relative al tentativo di attuazione dell’autonomia differenziata e alle sue problematiche ricadute sulle garanzie del diritto sociale di istruzione. L’ultimo capitolo, muovendo dal particolare rapporto fra “poli-tica e pedagogia”, indagherà le ragioni che hanno portato al cambio di denominazione del Ministero, da Ministero della pubblica istru-zione a Ministero dell’istruzione e del merito. In questa parte, si proverà a riflettere, a partire dal testo costituzionale, sulla sovrap-posizione fra i concetti di “merito” e “meritevolezza”, proponen-done un’interpretazione disgiuntiva, in base alla quale il primo ap-pare funzionalizzato all’uguaglianza formale, mentre la seconda ap-pare attuativa dell’uguaglianza sostanziale. Si prenderanno in esame le conseguenze della progressiva affermazione della meritocrazia nell’ambito scolastico e le sue preoccupanti ricadute all’interno di una scuola che, oramai, non ha perso solo le sue capacità di rimo-zione delle disuguaglianze, ma è tornata ad essere, per molti versi, scuola classista e funzionale alle richieste del mercato, come dimo-stra la riforma degli ITS Academy, che appaiono per molti versi, come si vedrà nelle considerazioni conclusive, un ritorno al passato.
2025
979-12-235-0319-5
Costituzione; scuola democratica; libertà di insegnamento; diritto all'istruzione; autonomia scolastica; merito e meritevolezza
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Costituzione e scuola democratica fra autonomia e merito / Angelini, Francesca Filomena. - (2025), pp. 1-320.
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