Il volume contiene il carteggio tra Cossiga e Andreotti dal 29 luglio 1991 al 28 aprile 1992, giorno delle dimissioni anticipate del presidente della Repubblica. Si avvia con la proposta di Cossiga di concedere la grazia al leader delle Brigate Rosse, Renato Curcio, che apre un dissenso con il ministro della Giustizia, Claudio Martelli, mentre si fanno sempre più forti le preoccupazioni per la virulenza della criminalità organizzata (in agosto viene assassinato l’imprenditore Libero Grassi). Il carteggio mostra i martellanti appelli di Cossiga alla necessità di predisporre un coordinamento delle forze di polizia, di riorganizzare i servizi di intelligence e, più in generale, di riformare l’amministrazione della Giustizia. Il carteggio dà anche conto dello scontro del novembre 1991 tra Cossiga e il CSM che, contrariamente a quanto egli ha disposto, ha messo all'ordine del giorno la discussione di delicati temi che rischiano, a suo parere, di inficiare le riforme varate dal ministro della Giustizia. Altra ragione di dissidio con la magistratura e con ampi settori del mondo politico continua ad essere l’indagine su Gladio, che porterà a fine novembre il presidente della Repubblica ad autodenunciarsi come «referente politico» di Gladio e a chiedere al tribunale di Roma di essere imputato, come lo erano stati gli ex dirigenti del SISMI, l’amm. Marini e il gen. Inzerilli, di cospirazione politica mediante associazione. Sono tutti temi che, insieme alle sempre più frequenti «picconate» e alla richiesta che viene dal PDS e altri partiti di opposizione di mettere in stato di accusa il presidente della Repubblica per attentato alla Costituzione, alimentano accese polemiche e approfondiscono l’isolamento del presidente della Repubblica, portando alla rottura definitiva il suo rapporto con la DC e con il suo presidente, Ciriaco De Mita. La corrispondenza tra i due statisti documenta questi sviluppi, come la rinuncia del capo dello Stato a pronunciare il discorso alla Nazione di fine anno 1991 e la decisione maturata da Andreotti e Cossiga di sciogliere anticipatamente le Camere e indire le elezioni anticipate per il 5 e 6 aprile 1992, non essendo la legislatura giunta a fissare le procedure per procedere alle riforme istituzionali. Nel febbraio 1992, infine, la mancata approvazione della legge sull’obiezione di coscienza porta a un ultimo duro dissidio politico e istituzionale tra Cossiga e Andreotti, lenito sul piano personale dalla ferma e affettuosa solidarietà che il presidente della Repubblica esprime all’amico in occasione dell’assassinio dell’on. Salvo Lima. Correda il volume un’appendice che segue la corrispondenza tra i due statisti, entrambi senatori a vita, dal maggio 1992 fino al luglio 2010, tre settimane prima della scomparsa dello statista sardo.
La crisi della repubblica nel carteggio Andreotti-Cossiga. Vol. III. 1991-1992. In appendice le lettere 1992-2010 / Micheletta, Luca. - (2025).
La crisi della repubblica nel carteggio Andreotti-Cossiga. Vol. III. 1991-1992. In appendice le lettere 1992-2010
luca micheletta
2025
Abstract
Il volume contiene il carteggio tra Cossiga e Andreotti dal 29 luglio 1991 al 28 aprile 1992, giorno delle dimissioni anticipate del presidente della Repubblica. Si avvia con la proposta di Cossiga di concedere la grazia al leader delle Brigate Rosse, Renato Curcio, che apre un dissenso con il ministro della Giustizia, Claudio Martelli, mentre si fanno sempre più forti le preoccupazioni per la virulenza della criminalità organizzata (in agosto viene assassinato l’imprenditore Libero Grassi). Il carteggio mostra i martellanti appelli di Cossiga alla necessità di predisporre un coordinamento delle forze di polizia, di riorganizzare i servizi di intelligence e, più in generale, di riformare l’amministrazione della Giustizia. Il carteggio dà anche conto dello scontro del novembre 1991 tra Cossiga e il CSM che, contrariamente a quanto egli ha disposto, ha messo all'ordine del giorno la discussione di delicati temi che rischiano, a suo parere, di inficiare le riforme varate dal ministro della Giustizia. Altra ragione di dissidio con la magistratura e con ampi settori del mondo politico continua ad essere l’indagine su Gladio, che porterà a fine novembre il presidente della Repubblica ad autodenunciarsi come «referente politico» di Gladio e a chiedere al tribunale di Roma di essere imputato, come lo erano stati gli ex dirigenti del SISMI, l’amm. Marini e il gen. Inzerilli, di cospirazione politica mediante associazione. Sono tutti temi che, insieme alle sempre più frequenti «picconate» e alla richiesta che viene dal PDS e altri partiti di opposizione di mettere in stato di accusa il presidente della Repubblica per attentato alla Costituzione, alimentano accese polemiche e approfondiscono l’isolamento del presidente della Repubblica, portando alla rottura definitiva il suo rapporto con la DC e con il suo presidente, Ciriaco De Mita. La corrispondenza tra i due statisti documenta questi sviluppi, come la rinuncia del capo dello Stato a pronunciare il discorso alla Nazione di fine anno 1991 e la decisione maturata da Andreotti e Cossiga di sciogliere anticipatamente le Camere e indire le elezioni anticipate per il 5 e 6 aprile 1992, non essendo la legislatura giunta a fissare le procedure per procedere alle riforme istituzionali. Nel febbraio 1992, infine, la mancata approvazione della legge sull’obiezione di coscienza porta a un ultimo duro dissidio politico e istituzionale tra Cossiga e Andreotti, lenito sul piano personale dalla ferma e affettuosa solidarietà che il presidente della Repubblica esprime all’amico in occasione dell’assassinio dell’on. Salvo Lima. Correda il volume un’appendice che segue la corrispondenza tra i due statisti, entrambi senatori a vita, dal maggio 1992 fino al luglio 2010, tre settimane prima della scomparsa dello statista sardo.| File | Dimensione | Formato | |
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