Il volume contiene il carteggio tra Andreotti e Cossiga dal 27 settembre 1990 al 25 luglio 1991. Al centro delle preoccupazioni internazionali dei due statisti negli ultimi mesi del 1990 è ancora la crisi del Golfo, soprattutto dopo che l’ultimatum imposto dalle Nazioni Unite all’Iraq di ritirarsi dal Kuwait, che scade il 15 gennaio 1991, apre la possibilità concreta di un coinvolgimento bellico dell’Italia. Anche in questo frangente, Cossiga è molto presente, con i suoi avvisi, consigli e raccomandazioni al governo, sia a tutela della corretta interpretazione della Costituzione e, in particolare, dell’art. 11, sia nel trovare soluzioni che rendano compatibile il suo disposto con gli impegni militari che il governo è pronto ad assumere nel quadro onusiano. Sul piano interno, la polemica su Gladio e le esternazioni di Cossiga sulla storia repubblicana passata e sulla situazione politica presente sollevano nei confronti del presidente della Repubblica le accuse di alto tradimento e attentato alla Costituzione. La corrispondenza con Andreotti entra nel merito politico e istituzionale delle polemiche, registra il disappunto e gli sfoghi di Cossiga e la sua posizione di fronte alla richiesta di testimonianza in relazione al processo per la strage di Peteano da parte del giudice istruttore Casson, che dà luogo, a sua volta, a un nuovo scontro tra il presidente della Repubblica e il CSM. Ma ciò che turba maggiormente il quadro istituzionale sono alcune dichiarazioni su Gladio rilasciate da esponenti del governo, come il ministro Formica, che Cossiga giudica dipartirsi dalla linea fissata dal presidente del Consiglio e dal presidente della Repubblica nell’affermare la legittimità costituzionale di Gladio. A dicembre 1990, minaccia di aprire una crisi istituzionale con la richiesta di instaurare il regime di supplenza per il presidente della Repubblica, se Andreotti, a nome del governo, non avesse preso una ferma e pubblica presa di posizione circa Gladio. Tuttavia, l’unità della coalizione non continuerà a lungo, logorata dalle divisioni e incapace di affrontare la riforma delle istituzioni, che il partito socialista guidato da Bettino Craxi ha posto con forza all’attenzione pubblica, sostenendo l’ipotesi presidenzialista. Nel marzo 1991 si pensa a un rimpasto, ma è Cossiga che di fatto impone una crisi di governo per le critiche che gli vengono dal segretario del partito repubblicano, Giorgio La Malfa. Una crisi che si conclude con il reincarico ad Andreotti e la nascita di un esecutivo quadripartito, senza i repubblicani, che si propone l’obiettivo di stabilire le modalità di riforma delle istituzioni. Ampia parte della corrispondenza si concentra poi sull’attacco che il PDS continua a portare al capo dello Stato, sul referendum per l’abolizione delle preferenze plurime nelle elezioni della Camera, sulle origini del messaggio sulle riforme istituzionali che Cossiga inviò alle Camere il 26 giugno 1991, mostrando i marcati e sofferti dissensi politici e personali con Andreotti e il senso di isolamento che Cossiga avverte da parte di settori della Democrazia Cristiana che, come il PDS, lo accusano di voler stravolgere la Costituzione.
La crisi della Repubblica nel carteggio Andreotti-Cossiga. Vol. II. 1990-1991 / Micheletta, Luca. - (2025).
La crisi della Repubblica nel carteggio Andreotti-Cossiga. Vol. II. 1990-1991
Luca Micheletta
2025
Abstract
Il volume contiene il carteggio tra Andreotti e Cossiga dal 27 settembre 1990 al 25 luglio 1991. Al centro delle preoccupazioni internazionali dei due statisti negli ultimi mesi del 1990 è ancora la crisi del Golfo, soprattutto dopo che l’ultimatum imposto dalle Nazioni Unite all’Iraq di ritirarsi dal Kuwait, che scade il 15 gennaio 1991, apre la possibilità concreta di un coinvolgimento bellico dell’Italia. Anche in questo frangente, Cossiga è molto presente, con i suoi avvisi, consigli e raccomandazioni al governo, sia a tutela della corretta interpretazione della Costituzione e, in particolare, dell’art. 11, sia nel trovare soluzioni che rendano compatibile il suo disposto con gli impegni militari che il governo è pronto ad assumere nel quadro onusiano. Sul piano interno, la polemica su Gladio e le esternazioni di Cossiga sulla storia repubblicana passata e sulla situazione politica presente sollevano nei confronti del presidente della Repubblica le accuse di alto tradimento e attentato alla Costituzione. La corrispondenza con Andreotti entra nel merito politico e istituzionale delle polemiche, registra il disappunto e gli sfoghi di Cossiga e la sua posizione di fronte alla richiesta di testimonianza in relazione al processo per la strage di Peteano da parte del giudice istruttore Casson, che dà luogo, a sua volta, a un nuovo scontro tra il presidente della Repubblica e il CSM. Ma ciò che turba maggiormente il quadro istituzionale sono alcune dichiarazioni su Gladio rilasciate da esponenti del governo, come il ministro Formica, che Cossiga giudica dipartirsi dalla linea fissata dal presidente del Consiglio e dal presidente della Repubblica nell’affermare la legittimità costituzionale di Gladio. A dicembre 1990, minaccia di aprire una crisi istituzionale con la richiesta di instaurare il regime di supplenza per il presidente della Repubblica, se Andreotti, a nome del governo, non avesse preso una ferma e pubblica presa di posizione circa Gladio. Tuttavia, l’unità della coalizione non continuerà a lungo, logorata dalle divisioni e incapace di affrontare la riforma delle istituzioni, che il partito socialista guidato da Bettino Craxi ha posto con forza all’attenzione pubblica, sostenendo l’ipotesi presidenzialista. Nel marzo 1991 si pensa a un rimpasto, ma è Cossiga che di fatto impone una crisi di governo per le critiche che gli vengono dal segretario del partito repubblicano, Giorgio La Malfa. Una crisi che si conclude con il reincarico ad Andreotti e la nascita di un esecutivo quadripartito, senza i repubblicani, che si propone l’obiettivo di stabilire le modalità di riforma delle istituzioni. Ampia parte della corrispondenza si concentra poi sull’attacco che il PDS continua a portare al capo dello Stato, sul referendum per l’abolizione delle preferenze plurime nelle elezioni della Camera, sulle origini del messaggio sulle riforme istituzionali che Cossiga inviò alle Camere il 26 giugno 1991, mostrando i marcati e sofferti dissensi politici e personali con Andreotti e il senso di isolamento che Cossiga avverte da parte di settori della Democrazia Cristiana che, come il PDS, lo accusano di voler stravolgere la Costituzione.| File | Dimensione | Formato | |
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