Scienza epicurea

Il titolo di questo saggio riprende deliberatamente quello di un articolo importante e alquanto citato, pubblicato sulla rivista Hermes nel 1978 da Abraham Wasserstein (1921-1995) e, appunto, intitolato Epicurean Science. L’autore, occupandosi di alcune fra le più rilevanti novità epicuree nell’ambito della physiologia (come, per esempio, l’introduzione del peso come “qualità” propria dell’atomo, il metodo delle molteplici spiegazioni dell’Epistola a Pitocle e il clinamen), sottolineava, con piena ragione, la rilevanza della scienza per la filosofia di Epicuro.1 Lo scopo del presente contributo non vuole essere del tutto dissimile da quello di Wasserstein ma, dato che dal 1978 in avanti gli studi sull’Epicureismo, sia dal punto di vista delle sue fonti (basti pensare ai Papiri di Ercolano o alla monumentale iscrizione di Enoanda) sia da quello della critica, hanno compiuto notevoli progressi, mi pare importante, in un volume che vuole esplorare come questa filosofia sia stata interpretata e “usata” nel mondo antico e nella modernità, tornare su una delle questioni che reputo cruciali per la corretta comprensione anzitutto storica di questo sistema.