L’articolo esplora il metodo interpretativo di Furio Jesi attraverso la sua partecipazione alla collana Che cosa hanno “veramente” detto, analizzando in particolare i volumi su Pascal e Rousseau. Jesi, influenzato da Walter Benjamin, rifiuta un approccio storicistico che pretende di ricostruire il passato "così com’è stato", optando invece per una lettura contropelo che coglie il "ricordo nel momento del pericolo". La sua indagine si concentra sul concetto di luogo comune, inteso non come cliché, ma come nucleo dinamico che, attraverso metamorfosi e interpretazioni, rivela la sua attualità politica e gnoseologica. Jesi critica la cristallizzazione del mito in forme statiche (come la statua), preferendo un modello dialettico che mantenga viva la tensione tra passato e presente. La macchina mitologica jesiana, ispirata a Benjamin, funziona come un inganno consapevole, in cui l’interpretazione diventa atto creativo e politico. L’articolo mostra come, per Jesi, dire "cosa ha veramente detto" un autore significhi non fissarne il significato, ma attivarne le potenzialità trasformatrici nel presente.
Che cosa ha veramente detto Jesi. Metamorfosi e interpretazione / Rambaldini, Fulvio. - (2025), pp. 31-43.
Che cosa ha veramente detto Jesi. Metamorfosi e interpretazione
Fulvio Rambaldini
2025
Abstract
L’articolo esplora il metodo interpretativo di Furio Jesi attraverso la sua partecipazione alla collana Che cosa hanno “veramente” detto, analizzando in particolare i volumi su Pascal e Rousseau. Jesi, influenzato da Walter Benjamin, rifiuta un approccio storicistico che pretende di ricostruire il passato "così com’è stato", optando invece per una lettura contropelo che coglie il "ricordo nel momento del pericolo". La sua indagine si concentra sul concetto di luogo comune, inteso non come cliché, ma come nucleo dinamico che, attraverso metamorfosi e interpretazioni, rivela la sua attualità politica e gnoseologica. Jesi critica la cristallizzazione del mito in forme statiche (come la statua), preferendo un modello dialettico che mantenga viva la tensione tra passato e presente. La macchina mitologica jesiana, ispirata a Benjamin, funziona come un inganno consapevole, in cui l’interpretazione diventa atto creativo e politico. L’articolo mostra come, per Jesi, dire "cosa ha veramente detto" un autore significhi non fissarne il significato, ma attivarne le potenzialità trasformatrici nel presente.| File | Dimensione | Formato | |
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