Dai bisogni ai desideri. L’anacronistica attualità di Émile Aillaud

Nella storia della residenza collettiva e della costruzione della “città pubblica” europea, l’esperienza francese del Novecento merita sicuramente un capitolo a parte. Anche la vicenda di Émile Aillaud, all’interno della storia dell’architettura moderna in Francia, merita un capitolo a sé. “Non si può concepire un’architettura basata solo su un processo tecnico”, dichiara il progettista, criticando l’assoggettamento della produzione edilizia alle politiche industriali e il ricorso indiscriminato alla prefabbricazione, diventata “un fine più che un mezzo”, soprattutto nella costruzione della residenza pubblica. La maniera di pensare l’abitare collettivo è per Aillaud completamente differente, egli cerca prima di tutto di fuggire l’austerità e la monotonia che caratterizzano i progetti coevi, distaccandosi da quel processo logico e tecnocratico che sembrava ineluttabile all’interno del Plan National.