L’articolo prende in esame la sepoltura, in S. Giovanni in Laterano, di Gerardo Bianchi (m. 1302), che costituisce un unicum nel panorama dei monumenti funerari coevi. Di essa, originariamente collocata – secondo quanto riportano le fonti – davanti all’altare della Maddalena, sopravvivono solo due lastre: una con incisa l’immagine del defunto, sopra la quale corre un’iscrizione che invita a serbarne la memoria, l’altra con un lungo testo in esametri che elenca in modo enfatico i meriti del cardinale e si conclude invitando a pregare per la sua anima. Oggi i due pezzi si possono ammirare sotto una delle grandi finestre ovali della navata sinistra della basilica, nella sistemazione data loro da Francesco Borromini durante i lavori promossi da Alessandro VII (1655-1667). In base alle testimonianze vengono ricostruite le vicende del sepolcro, mentre dopo un’attenta analisi dell’opera si avanza una nuova ipotesi sulla sua sistemazione originaria. Infine, nel ‘maestro Antonio’ al quale il Bianchi lascia una somma per la realizzazione del suo sepolcro, non viene riconosciuto l’autore, ma Antonio da Parma, canonico di S. Giovanni in Laterano, che ebbe il compito di sovrintendere all’esecuzione del monumento.
La sepoltura di Gerardo Bianchi a San Giovanni in Laterano. Qualche riflessione e una nuova ipotesi / D'Achille, Anna Maria. - (2024), pp. 54-71. - MINIMA MEDIEVALIA.
La sepoltura di Gerardo Bianchi a San Giovanni in Laterano. Qualche riflessione e una nuova ipotesi
D'ACHILLE, Anna Maria
2024
Abstract
L’articolo prende in esame la sepoltura, in S. Giovanni in Laterano, di Gerardo Bianchi (m. 1302), che costituisce un unicum nel panorama dei monumenti funerari coevi. Di essa, originariamente collocata – secondo quanto riportano le fonti – davanti all’altare della Maddalena, sopravvivono solo due lastre: una con incisa l’immagine del defunto, sopra la quale corre un’iscrizione che invita a serbarne la memoria, l’altra con un lungo testo in esametri che elenca in modo enfatico i meriti del cardinale e si conclude invitando a pregare per la sua anima. Oggi i due pezzi si possono ammirare sotto una delle grandi finestre ovali della navata sinistra della basilica, nella sistemazione data loro da Francesco Borromini durante i lavori promossi da Alessandro VII (1655-1667). In base alle testimonianze vengono ricostruite le vicende del sepolcro, mentre dopo un’attenta analisi dell’opera si avanza una nuova ipotesi sulla sua sistemazione originaria. Infine, nel ‘maestro Antonio’ al quale il Bianchi lascia una somma per la realizzazione del suo sepolcro, non viene riconosciuto l’autore, ma Antonio da Parma, canonico di S. Giovanni in Laterano, che ebbe il compito di sovrintendere all’esecuzione del monumento.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
DAchille_Bianchi_2024.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
1.26 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.26 MB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


