Il paper presenta l’esperienza comunicativa e di attivismo dell’associazione Baobab Experience attraverso una cornice transmediale (Ciammella et al 2019; Ciofalo 2020). L’associazione svolge attività di accoglienza migranti nella città di Roma, attivando narrazioni che si inseriscono nelle cornici culturali e nelle pratiche di attivismo sociale e mediale. Attraverso una ricostruzione dei principali contributi scientifici, sono state evidenziate le dinamiche del conflitto che muovono l’associazione, l’identità e la rete informale da cui generano azioni (Della Porta, Diani 2006; Mattoni 2012, Costanza-Chock 2014). In tal modo è stato definito il transmedia activism, basato su pratiche di co-creazione di contenuti fondate sulla cultura partecipativa (Jenkins et al 2020), come approccio per analizzare le modalità comunicative e narrative messe in atto dall’associazione. Da un punto di vista metodologico sono stati scelti due approcci complementari di stampo qualitativo, nel primo è stata realizzata un’analisi del contenuto (Altheide, Schneider 2013) al fine di ricostruire il coverage giornalistico del Baobab. L’obiettivo è stato quello di ricostruire la rappresentazione dell’associazione rispetto alle dinamiche del conflitto che strutturano le tematiche su cui si fonda l’identità dell’associazione. In parallelo è stata impostata una analisi etnografica digitale (Pink et al 2016; Hine 2015), a cui hanno seguito alcune interviste a testimoni privilegiati (Della Porta 2014), con l’obiettivo di indagare le pratiche di attivismo mediale (Mattoni 2020), l’organizzazione associativa, la creazione di contenuti e i livelli di partecipazione bottom-up rispetto al sistema mediale ibrido (Treré 2019). Tra i principali risultati emerge come il transmedia activism favorisca e valorizzi la partecipazione multilivello delle persone, anche grazie alle competenze sviluppate degli attivisti, aiuti a legittimare le politiche e le ideologie che alimentano il conflitto e l’identità dell’associazione nell’azione locale rispetto ai movimenti a livello internazionale. In particolare, dall’analisi del coverage, risulta come l’associazione sia diventata il referente principale sulla questione accoglienza migranti soprattutto in confronto alle istituzioni. Infine, è risultato particolarmente significativo il fatto che l’immaginario civico crei forme di resistenza attraverso la co-creazione di narrazioni basate anche sulle affordances delle piattaforme web, come nel caso specifico arrivando a forme di platform squatting.

Transmedia activism e pratiche di co-creazione nella narrazione attraverso le piattaforme digitali: il caso “Baobab Experience” / Ciofalo, Giovanni; Ciammella, Fabio; Quercia, Grazia. - (2021). (Intervento presentato al convegno Le reti dei Valori. I Valori delle Reti. tenutosi a Online).

Transmedia activism e pratiche di co-creazione nella narrazione attraverso le piattaforme digitali: il caso “Baobab Experience”

Giovanni Ciofalo;Fabio Ciammella;Grazia Quercia
2021

Abstract

Il paper presenta l’esperienza comunicativa e di attivismo dell’associazione Baobab Experience attraverso una cornice transmediale (Ciammella et al 2019; Ciofalo 2020). L’associazione svolge attività di accoglienza migranti nella città di Roma, attivando narrazioni che si inseriscono nelle cornici culturali e nelle pratiche di attivismo sociale e mediale. Attraverso una ricostruzione dei principali contributi scientifici, sono state evidenziate le dinamiche del conflitto che muovono l’associazione, l’identità e la rete informale da cui generano azioni (Della Porta, Diani 2006; Mattoni 2012, Costanza-Chock 2014). In tal modo è stato definito il transmedia activism, basato su pratiche di co-creazione di contenuti fondate sulla cultura partecipativa (Jenkins et al 2020), come approccio per analizzare le modalità comunicative e narrative messe in atto dall’associazione. Da un punto di vista metodologico sono stati scelti due approcci complementari di stampo qualitativo, nel primo è stata realizzata un’analisi del contenuto (Altheide, Schneider 2013) al fine di ricostruire il coverage giornalistico del Baobab. L’obiettivo è stato quello di ricostruire la rappresentazione dell’associazione rispetto alle dinamiche del conflitto che strutturano le tematiche su cui si fonda l’identità dell’associazione. In parallelo è stata impostata una analisi etnografica digitale (Pink et al 2016; Hine 2015), a cui hanno seguito alcune interviste a testimoni privilegiati (Della Porta 2014), con l’obiettivo di indagare le pratiche di attivismo mediale (Mattoni 2020), l’organizzazione associativa, la creazione di contenuti e i livelli di partecipazione bottom-up rispetto al sistema mediale ibrido (Treré 2019). Tra i principali risultati emerge come il transmedia activism favorisca e valorizzi la partecipazione multilivello delle persone, anche grazie alle competenze sviluppate degli attivisti, aiuti a legittimare le politiche e le ideologie che alimentano il conflitto e l’identità dell’associazione nell’azione locale rispetto ai movimenti a livello internazionale. In particolare, dall’analisi del coverage, risulta come l’associazione sia diventata il referente principale sulla questione accoglienza migranti soprattutto in confronto alle istituzioni. Infine, è risultato particolarmente significativo il fatto che l’immaginario civico crei forme di resistenza attraverso la co-creazione di narrazioni basate anche sulle affordances delle piattaforme web, come nel caso specifico arrivando a forme di platform squatting.
2021
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1739039
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