Il saggio si propone di indagare la figura di Serena Dandini e il suo ruolo nell’ambito del contesto mediale, dove il suo lavoro assume, fin dai primordi della carriera e poi in maniera sempre più marcata, un carattere eclettico, in grado di declinare su media diversi (radio, televisione, teatro, scrittura) una chiara visione del ruolo della donna nei media e nella società. Il personaggio Serena Dandini, infatti, appare interessante non solo per la popolarità e il successo ottenuti, ma anche e soprattutto per la coerenza di un percorso che, utilizzando il registro ironico e satirico, persegue l’obiettivo di mettere in scena differenti figure di donne, a sostegno di una chiara volontà diretta ai processi di empowerment femminile. Sia che interpreti il ruolo di autrice, che quello di spalla comica, sia nel suo proporsi come testimonial pubblico per una comunicazione volta a denunciare i problemi legati alle discriminazioni di genere, fino al femminicidio, Serena Dandini ha mantenuto nel corso degli anni la capacità di leggere e interpretare la realtà, offrendo narrazioni e riflessioni puntuali, in grado di produrre immagini e discorsi innovativi ma capaci di raggiungere anche il grande pubblico. Proprio allo scopo di evidenziare il percorso intrapreso da Serena Dandini come autrice e come collettrice di un comune sentimento di empowerment femminile, il contributo propone un’analisi di due dei programmi televisivi ritenuti più significativi in questa prospettiva: La TV delle ragazze del 1988, e La TV delle ragazze – Gli stati generali 1988-2018 del 2018. L’obiettivo è quello di realizzare un confronto tra i due prodotti attraverso una lettura degli elementi fondamentali della trasmissione (temi, personaggi, stereotipi, setting, conduzione, pubblico in studio, pubblico da casa) a distanza di trent’anni, al fine di valutare l’evoluzione della rappresentazione della figura femminile nel contesto familiare, lavorativo e sociale. In questa prospettiva, i programmi selezionati costituiscono una lente fondamentale attraverso cui leggere forme di transmedia activism, consentendo di ipotizzare una forma peculiare di transmedia empowerment, declinato in un’ottica prettamente femminile, nel quale la figura attivatrice/attivista di Serena Dandini appare centrale.
Serena Dandini: una, nessuna e centomila / Leonzi, Silvia; Balducci, Michele. - (2024), pp. 84-105.
Serena Dandini: una, nessuna e centomila
Silvia Leonzi;Michele Balducci
2024
Abstract
Il saggio si propone di indagare la figura di Serena Dandini e il suo ruolo nell’ambito del contesto mediale, dove il suo lavoro assume, fin dai primordi della carriera e poi in maniera sempre più marcata, un carattere eclettico, in grado di declinare su media diversi (radio, televisione, teatro, scrittura) una chiara visione del ruolo della donna nei media e nella società. Il personaggio Serena Dandini, infatti, appare interessante non solo per la popolarità e il successo ottenuti, ma anche e soprattutto per la coerenza di un percorso che, utilizzando il registro ironico e satirico, persegue l’obiettivo di mettere in scena differenti figure di donne, a sostegno di una chiara volontà diretta ai processi di empowerment femminile. Sia che interpreti il ruolo di autrice, che quello di spalla comica, sia nel suo proporsi come testimonial pubblico per una comunicazione volta a denunciare i problemi legati alle discriminazioni di genere, fino al femminicidio, Serena Dandini ha mantenuto nel corso degli anni la capacità di leggere e interpretare la realtà, offrendo narrazioni e riflessioni puntuali, in grado di produrre immagini e discorsi innovativi ma capaci di raggiungere anche il grande pubblico. Proprio allo scopo di evidenziare il percorso intrapreso da Serena Dandini come autrice e come collettrice di un comune sentimento di empowerment femminile, il contributo propone un’analisi di due dei programmi televisivi ritenuti più significativi in questa prospettiva: La TV delle ragazze del 1988, e La TV delle ragazze – Gli stati generali 1988-2018 del 2018. L’obiettivo è quello di realizzare un confronto tra i due prodotti attraverso una lettura degli elementi fondamentali della trasmissione (temi, personaggi, stereotipi, setting, conduzione, pubblico in studio, pubblico da casa) a distanza di trent’anni, al fine di valutare l’evoluzione della rappresentazione della figura femminile nel contesto familiare, lavorativo e sociale. In questa prospettiva, i programmi selezionati costituiscono una lente fondamentale attraverso cui leggere forme di transmedia activism, consentendo di ipotizzare una forma peculiare di transmedia empowerment, declinato in un’ottica prettamente femminile, nel quale la figura attivatrice/attivista di Serena Dandini appare centrale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


