Nel corso del Novecento, le scuole per attori fondate dai registi-pedagoghi sono state non solo un modo di esistere del teatro, ma anche e soprattutto un modo per riformarlo: riformare il teatro partendo dal rifiuto di una tradizione corrotta, e in nome della reinvenzione di una tradizione pura; riformare il teatro cominciando dal rifiuto delle regole, per crearne di nuove, flessibili e mutevoli, temporanee, «a cui si crede di volta in volta e non una volta per tutte». Fondare una scuola significa sempre operare per il «rinnovamento del teatro», attraverso la progettazione e la formazione delle donne e degli uomini che ne faranno parte. Significa inevitabilmente immaginare «il teatro del futuro» e «il futuro del teatro» (Cruciani 1984: pp. 39-45). In tale prospettiva, questo contributo punta ad analizzare un caso poco noto negli studi teatrali europei, e cioè la costituzione della Drama Division della Juilliard School di New York, inaugurata nel 1968 con il sostegno della Rockefeller Foundation. La scuola, nata per rispondere alla necessità di un nuovo tipo di formazione attoriale, rifiuta la tradizione dell’American Method e la prassi dell’Actors’ Studio. Per liberare il giovane teatro statunitense, la Rockefeller Foundation affida a Michel Saint-Denis, erede di Jacques Copeau, il compito di progettare il programma didattico. Il saggio si sofferma in particolar modo sull’analisi dell’ibridazione della sua pedagogia attoriale: il confronto con testi drammaturgici che fuoriescono dall’ambito di ciò che la cultura francese identifica come “classico”, e che rientrano nello “stile” denominato dallo stesso Saint-Denis come «realismo moderno», lo induce a mediare tra due idee di teatro più vicine di quanto oggi si pensi, nel tentativo di trasformare le istituzioni dal di dentro, con l’obiettivo ultimo di riformare l’arte dell’attore.
Idee di teatro a confronto. Appunti sulla pedagogia di Saint-Denis come forma di mediazione / Carponi, Cecilia. - (2025), pp. 298-312.
Idee di teatro a confronto. Appunti sulla pedagogia di Saint-Denis come forma di mediazione
Cecilia Carponi
2025
Abstract
Nel corso del Novecento, le scuole per attori fondate dai registi-pedagoghi sono state non solo un modo di esistere del teatro, ma anche e soprattutto un modo per riformarlo: riformare il teatro partendo dal rifiuto di una tradizione corrotta, e in nome della reinvenzione di una tradizione pura; riformare il teatro cominciando dal rifiuto delle regole, per crearne di nuove, flessibili e mutevoli, temporanee, «a cui si crede di volta in volta e non una volta per tutte». Fondare una scuola significa sempre operare per il «rinnovamento del teatro», attraverso la progettazione e la formazione delle donne e degli uomini che ne faranno parte. Significa inevitabilmente immaginare «il teatro del futuro» e «il futuro del teatro» (Cruciani 1984: pp. 39-45). In tale prospettiva, questo contributo punta ad analizzare un caso poco noto negli studi teatrali europei, e cioè la costituzione della Drama Division della Juilliard School di New York, inaugurata nel 1968 con il sostegno della Rockefeller Foundation. La scuola, nata per rispondere alla necessità di un nuovo tipo di formazione attoriale, rifiuta la tradizione dell’American Method e la prassi dell’Actors’ Studio. Per liberare il giovane teatro statunitense, la Rockefeller Foundation affida a Michel Saint-Denis, erede di Jacques Copeau, il compito di progettare il programma didattico. Il saggio si sofferma in particolar modo sull’analisi dell’ibridazione della sua pedagogia attoriale: il confronto con testi drammaturgici che fuoriescono dall’ambito di ciò che la cultura francese identifica come “classico”, e che rientrano nello “stile” denominato dallo stesso Saint-Denis come «realismo moderno», lo induce a mediare tra due idee di teatro più vicine di quanto oggi si pensi, nel tentativo di trasformare le istituzioni dal di dentro, con l’obiettivo ultimo di riformare l’arte dell’attore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.