Faustina Rusticelli, vedova di Pietro di Domenico Massimo († 1544), ottenne nel 1564 la concessione di poter edificare la propria cappella funeraria nella basilica di San Giovanni in Laterano. Secondo il suo testamento (10 maggio 1571), rogato quando la cappella doveva essere ormai in gran parte conclusa, Faustina, già malata (morirà il 20 maggio successivo), e il cui unico erede è ormai il nipote Orazio († 1584), stabilisce, in caso di morte, di essere ivi sepolta. La famiglia Rusticelli disponeva di una cappella funeraria in Santa Maria in Monticelli, fondata dal padre di Faustina, Antonio. I Massimo del ramo di Domenico avevano, a loro volta, la loro cappella funeraria in San Lorenzo in Damaso, non lontana dall’omonimo palazzo alle Colonne. La decisione di Faustina di edificare un’ulteriore cappella nella cattedrale, lontana sia dai luoghi legati alla propria famiglia sia da quelli legati alla famiglia del consorte, appare perciò molto significativa. Sin dalla pubblicazione de Le nove chiese (1638) di Giovanni Baglione l’attribuzione della cappella a Giacomo Della Porta, allora ai suoi primi incarichi, è rimasta incontrastata. Fino ad oggi non sono state messe in evidenza le trasformazioni della cappella e, soprattutto, non è stata sufficientemente sottolineata la sua influenza sulle cappelle romane successive. Il caso-studio rafforza quanto osservato a suo tempo da Anna Esposito (2015): tra Quattro e Cinquecento si registra un incremento della committenza femminile nell’ambito delle cappelle gentilizie, soprattutto in caso di vedove senza figli.
Giacomo Della Portas Cappella Massimo in S. Giovanni in Laterano / Ricci, Maurizio. - (2025), pp. 131-145.
Giacomo Della Portas Cappella Massimo in S. Giovanni in Laterano
Ricci, Maurizio
2025
Abstract
Faustina Rusticelli, vedova di Pietro di Domenico Massimo († 1544), ottenne nel 1564 la concessione di poter edificare la propria cappella funeraria nella basilica di San Giovanni in Laterano. Secondo il suo testamento (10 maggio 1571), rogato quando la cappella doveva essere ormai in gran parte conclusa, Faustina, già malata (morirà il 20 maggio successivo), e il cui unico erede è ormai il nipote Orazio († 1584), stabilisce, in caso di morte, di essere ivi sepolta. La famiglia Rusticelli disponeva di una cappella funeraria in Santa Maria in Monticelli, fondata dal padre di Faustina, Antonio. I Massimo del ramo di Domenico avevano, a loro volta, la loro cappella funeraria in San Lorenzo in Damaso, non lontana dall’omonimo palazzo alle Colonne. La decisione di Faustina di edificare un’ulteriore cappella nella cattedrale, lontana sia dai luoghi legati alla propria famiglia sia da quelli legati alla famiglia del consorte, appare perciò molto significativa. Sin dalla pubblicazione de Le nove chiese (1638) di Giovanni Baglione l’attribuzione della cappella a Giacomo Della Porta, allora ai suoi primi incarichi, è rimasta incontrastata. Fino ad oggi non sono state messe in evidenza le trasformazioni della cappella e, soprattutto, non è stata sufficientemente sottolineata la sua influenza sulle cappelle romane successive. Il caso-studio rafforza quanto osservato a suo tempo da Anna Esposito (2015): tra Quattro e Cinquecento si registra un incremento della committenza femminile nell’ambito delle cappelle gentilizie, soprattutto in caso di vedove senza figli.| File | Dimensione | Formato | |
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