The native civilizations of Mesoamerican are often depicted in historical and ethnographic texts highlighting the sinister sacrificial violence of the pre-Hispanic past, or the painful present-day consequences of colonial subjugation and evangelization, which imposed religious models far more oriented to the atonement for dark paganism and fear of divine retribution than to joyfully celebrating life or irreverently mocking institutions. Yet ethnographic observation reveals the inventive ways in which indigenous peoples were able to create spaces to safeguard the comic overtones of the native mythological tradition, to mock their European oppressors, and to reinterpret Christian ritual practices in a syncretistically antistructural manner. Francesco Remotti's theories on theological humor provide a valuable toolkit for analyzing these aspects of native cultures that have not always attracted adequate attention from ethnologists. Through some examples from the mythology and ritual of the Ikoots (or Huave), I will try to show how laughter - both of and about extrahuman figures - allows for calming blind adherence to the theological models imposed by evangelizers and preserving an ironically critical gaze at overpowering extrahuman powers.

Le civiltà indigene mesoamericane sono spesso rappresentate nei testi storici ed etnografici evidenziando ora la sinistra violenza sacrificale del passato preispanico, ora le dolorose conseguenze attuali dell’asservimento coloniale e dell’evangelizzazione, che imposero modelli religiosi assai più orientati all’espiazione del cupo paganesimo e al timore del castigo divino che non a celebrare gioiosamente la vita o ironizzare con irriverenza sulle istituzioni. Eppure l’osservazione etnografica rivela con quanta inventiva gli indigeni siano riusciti a creare spazi per salvaguardare i risvolti comici della tradizione mitologica autoctona, per irridere i propri oppressori europei, e reinterpretare in chiave sincreticamente antistrutturale le pratiche rituali cristiane. Le considerazioni formulate da Francesco Remotti sull’umorismo teologico forniscono un prezioso strumentario per l’analisi di questi aspetti delle culture native che non sempre hanno attirato un'adeguata attenzione dagli etnologi. Attraverso alcuni esempi tratti dalla mitologia e dal rito degli Ikoots (o Huave), si mostrerà come il riso – sia delle che sulle figure extraumane – permetta di calmierare l’adesione cieca ai modelli teologici imposti dagli evangelizzatori e preservare uno sguardo ironicamente critico nei confronti di poteri extraumani soverchianti.

Il potere del riso rituale tra gli indigeni messicani. Riflessioni 'remottiane' su società (apparentemente) molto serie / Lupo, Alessandro. - (2024), pp. 361-378.

Il potere del riso rituale tra gli indigeni messicani. Riflessioni 'remottiane' su società (apparentemente) molto serie

Alessandro Lupo
2024

Abstract

The native civilizations of Mesoamerican are often depicted in historical and ethnographic texts highlighting the sinister sacrificial violence of the pre-Hispanic past, or the painful present-day consequences of colonial subjugation and evangelization, which imposed religious models far more oriented to the atonement for dark paganism and fear of divine retribution than to joyfully celebrating life or irreverently mocking institutions. Yet ethnographic observation reveals the inventive ways in which indigenous peoples were able to create spaces to safeguard the comic overtones of the native mythological tradition, to mock their European oppressors, and to reinterpret Christian ritual practices in a syncretistically antistructural manner. Francesco Remotti's theories on theological humor provide a valuable toolkit for analyzing these aspects of native cultures that have not always attracted adequate attention from ethnologists. Through some examples from the mythology and ritual of the Ikoots (or Huave), I will try to show how laughter - both of and about extrahuman figures - allows for calming blind adherence to the theological models imposed by evangelizers and preserving an ironically critical gaze at overpowering extrahuman powers.
2024
Gli altri e noi. Saggi in onore di Francesco Remotti
9791255001171
Le civiltà indigene mesoamericane sono spesso rappresentate nei testi storici ed etnografici evidenziando ora la sinistra violenza sacrificale del passato preispanico, ora le dolorose conseguenze attuali dell’asservimento coloniale e dell’evangelizzazione, che imposero modelli religiosi assai più orientati all’espiazione del cupo paganesimo e al timore del castigo divino che non a celebrare gioiosamente la vita o ironizzare con irriverenza sulle istituzioni. Eppure l’osservazione etnografica rivela con quanta inventiva gli indigeni siano riusciti a creare spazi per salvaguardare i risvolti comici della tradizione mitologica autoctona, per irridere i propri oppressori europei, e reinterpretare in chiave sincreticamente antistrutturale le pratiche rituali cristiane. Le considerazioni formulate da Francesco Remotti sull’umorismo teologico forniscono un prezioso strumentario per l’analisi di questi aspetti delle culture native che non sempre hanno attirato un'adeguata attenzione dagli etnologi. Attraverso alcuni esempi tratti dalla mitologia e dal rito degli Ikoots (o Huave), si mostrerà come il riso – sia delle che sulle figure extraumane – permetta di calmierare l’adesione cieca ai modelli teologici imposti dagli evangelizzatori e preservare uno sguardo ironicamente critico nei confronti di poteri extraumani soverchianti.
umorismo rituale; mitologia; rito: Ikoots o Huave; antropologia religiosa
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Il potere del riso rituale tra gli indigeni messicani. Riflessioni 'remottiane' su società (apparentemente) molto serie / Lupo, Alessandro. - (2024), pp. 361-378.
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