L’ordine domestico della polis, la mostra che questo catalogo ha il compito di raccontare, rappresenta l’esito di una lunga ricerca che l’Autrice ha condotto sul tema della casa greca. La riflessione proposta si concentra sull’idea che alla radice della città greca, vi sia l’oikos, un simbolo d’ordine domestico e, dunque, apparentemente privato. Del resto, esso rappresentava non solo uno spazio fisico destinato all’abitare, ma anche una forma minima di organizzazione sociale capace di riflettere valori condivisi, come il diritto alla proprietà e una organizzazione familiare che fosse il chiaro rispecchiamento nelle rigorose strutture sociali degli Elleni. Questa raccolta di rilievi archeologici sembra evidenziare, nella trama di segni che emergono da un passato largamente studiato ma ancora non pienamente compreso, tale tesi; osservando le mappe di Akragas, Himera, Selinunte, appare evidente come proprio dall’aggregarsi della singola casa con altre unità analoghe si sia consolidata un’idea dell’abitare fondata su forme condivise e condivisibili, iterabili e replicabili. Sarà proprio questo meccanismo di addizione di principi formali che rispecchiano valori sociali collettivi, a far trapassare un’esigenza privata come l’abitare, dall’idion al koinòn. Mediante questo processo di aggregazione nasceranno, così, quegli impianti razionali e ordinati che, già prima della codificazione del loro disegno da parte di Ippodamo di Mileto, caratterizzeranno le città greche, impianti attraverso i quali quei migranti, loro fondatori, ribadiranno, con il diritto all’abitare il più potente diritto a esistere.
Valeria Pezza. L’ordine domestico della polis. Città “ippodamee” prima di Ippodamo / Lubrano, Oreste; Orfeo, Camillo. - (2025).
Valeria Pezza. L’ordine domestico della polis. Città “ippodamee” prima di Ippodamo
Oreste Lubrano;
2025
Abstract
L’ordine domestico della polis, la mostra che questo catalogo ha il compito di raccontare, rappresenta l’esito di una lunga ricerca che l’Autrice ha condotto sul tema della casa greca. La riflessione proposta si concentra sull’idea che alla radice della città greca, vi sia l’oikos, un simbolo d’ordine domestico e, dunque, apparentemente privato. Del resto, esso rappresentava non solo uno spazio fisico destinato all’abitare, ma anche una forma minima di organizzazione sociale capace di riflettere valori condivisi, come il diritto alla proprietà e una organizzazione familiare che fosse il chiaro rispecchiamento nelle rigorose strutture sociali degli Elleni. Questa raccolta di rilievi archeologici sembra evidenziare, nella trama di segni che emergono da un passato largamente studiato ma ancora non pienamente compreso, tale tesi; osservando le mappe di Akragas, Himera, Selinunte, appare evidente come proprio dall’aggregarsi della singola casa con altre unità analoghe si sia consolidata un’idea dell’abitare fondata su forme condivise e condivisibili, iterabili e replicabili. Sarà proprio questo meccanismo di addizione di principi formali che rispecchiano valori sociali collettivi, a far trapassare un’esigenza privata come l’abitare, dall’idion al koinòn. Mediante questo processo di aggregazione nasceranno, così, quegli impianti razionali e ordinati che, già prima della codificazione del loro disegno da parte di Ippodamo di Mileto, caratterizzeranno le città greche, impianti attraverso i quali quei migranti, loro fondatori, ribadiranno, con il diritto all’abitare il più potente diritto a esistere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.