Come si è «tolto di mezzo il mondo vero»: dalla phantasia all’immaginazione

In un capitolo quant’altri mai famoso del Crepuscolo degli idoli, quello intitolato Come il “mondo vero” finì per diventare favola, Nietzsche tratteggia il percorso che ha portato a mettere in questione e poi abbandonare l’idea metafisica di una realtà, avvicinabile mediante l’intelletto, più vera di quella che sperimentiamo con i sensi. Idea che il filosofo tedesco intende come un fardello per un’umanità che, liberandosene, sta finalmente andando incontro al suo «apogeo». Stadio cruciale in questo processo di liberazione e “alleggerimento” della verità è stato senz’altro il passaggio dal sospetto platonico e poi aristotelico nei confronti della phantasia, alla fiducia, kantiana e poi moderna, nella nozione di Einbildungskraft. L’articolo, risalendo i concetti, platonici e soprattutto aristotelici, di mimesis e phantasia, e mettendoli in relazione con quello moderno di immaginazione, cercherà di cogliere senso e sfondo ontologico di questa fondamentale trasvalutazione di valori.