La pubblicazione del rapporto Brundtland nel 1987 (United Nations, 1987) ha cambiato il panorama globale rispetto alle politiche in campo ambientale, economico e sociale. Il documento prodotto dalle Nazioni Unite, attraverso la definizione del concetto di sviluppo sostenibile, inaugura una fase di riflessione globale sui temi della tutela dell’ambiente e del paradigma di sviluppo (Mebratu, 1988; Du Pisani, 2006; Gore, 2015) contribuendo anche alla costruzione di un nuovo paradigma di policy in Italia (Pizzimenti, 2008; Pizzimenti & Di Giulio 2023). Tale definizione presente all’interno del documento dell’ONU è stata ampiamente discussa e criticata (cfr. inter alia Redclift, 2005; Jordan, 2008; Jabareen 2008; Wanner, 2015; Capurso et al., 2020), tuttavia le agende promosse dalle Nazioni Unite continuano a fare riferimento al concetto riportato nella pubblicazione del 1987. Nel 2015, durante il Vertice per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, nasce l'Agenda 2030, l’attuale piano d'azione globale orientato al tema della sostenibilità, organizzato in 17 obiettivi, i Sustainable Development Goals (SDG). L'Italia ha aderito al programma avviando la preparazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), approvata nel 2017 dal Consiglio dei Ministri e dal Comitato Interministeriale per le Politiche Economiche (CIPE) e aggiornata a settembre del 2023. Il documento costituisce uno strumento fondamentale che guida le azioni politiche relative allo sviluppo sostenibile in Italia (Calvaresi et al., 2021). L’influenza del sapere esperto nelle policy making ha assunto una crescente importanza per l’analisi delle politiche pubbliche (Haas,1992a; Fischer, 2009; Caselli, 2020). Lo studio del ruolo che gli attori esperti hanno acquisito all’interno del policy making della sostenibilità su diverse scale d’azione, in particolare sulla governance ambientale, è stato esplorato da diversi autori (Haas, 1992b, Pellizzoni, 2011; Wesselink et al., 2013; Mabon et al., 2019). Analizzano per esempio l'evoluzione del ruolo degli esperti del Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), fondato nel 1988 dall'UNEP per offrire ai governi una base tecnico-scientifica sul cambiamento climatico. Si osserva come questo attore esperto ha ampliato le proprie funzioni: oltre a fornire analisi scientifiche, oggi propone anche soluzioni di policy (Beck & Mahony, 2018). Gli attori esperti, infatti, possono acquisire una rilevanza maggiore quando coinvolti in dei processi decisionali relativi a tematiche considerate complesse e incerte (Haas 1992a); essendo la sostenibilità un concetto che può acquisire molteplici interpretazioni (Klarin, 2018; Ruggerio, 2021) le policy rivolte a questa tematica diventano potenzialmente un campo di azione particolarmente rilevante per gli attori esperti. Questa ricerca si concentra sull'operato dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), la rete di esperti nasce con l’obiettivo di sensibilizzare e contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda ONU attraverso dei suggerimenti di policy in Italia. La ricerca si è concentrata sull’analisi del modus operandi della rete di esperti, analizzando le risorse, le azioni e le strategie impiegate per legittimarsi nel policy making della sostenibilità, specialmente su scala nazionale. L’Alleanza si afferma come un attore di rifermento nel campo dello sviluppo sostenibile in Italia grazie a delle azioni multi-scalari, realizzando delle attività di supporto ai policy maker nella costruzione di strumenti programmatici come le Strategie Regionali e le Agende metropolitane sullo sviluppo sostenibile. Questa analisi si colloca all’interno degli studi socio-politologici sul ruolo degli esperti e degli expertise nel policy making, si poggia sull’approccio del neoistituzionalismo discorsivo (Schmidt, 2008, 2011; Moini, 2013) sulla letteratura sui think tanks (Rich, 2004; Diletti, 2007, 2011, 2017; McGann, 2019), sugli studi sulle comunità epistemiche (Haas, 1992a, Cross, 2012, 2013; Dunlop, 2009, 2011 2017; Mavrot & Sager, 2018; Loblovà, 2018) e sulle knowledge networks (Cross, 2011; Stone 2005, 2013). La metodologia applicata è stata di tipo qualitativo, ed è stata realizzata un’analisi discorsiva basata sui differenti artefatti: le interviste e i focus group svolti con membri di ASviS e le note di campo prodotte durante le sessioni di osservazione partecipante e non partecipante tra gli anni 2022 e 2023. L’analisi degli artefatti è stata condotta attraverso l’approccio della grounded theory (Glaser, 2001; Strauss & Corbin 1990) ed è stato supportato dall’utilizzo del software di analisi qualitativa (NVivo). In fine, la ricerca ha rilevato che la legittimazione politica di cui ASviS si avvale è costituita a partire da tre forme di legittimazione complementari: esperta, istituzionale e sociale. Dalla ricerca emerge che le proprie risorse cognitive e relazionali consentono all'Alleanza di acquisire legittimità politica, facilitandone la presenza all'interno delle arene consultive e decisionali. Grazie alla legittimità acquisita attraverso differenti risorse, ASviS ha la possibilità da un lato di presidiare i contesti istituzionali nei quali può avere maggior influenza politica, dall’altro di rappresentare un interlocutore che possa assicurare alle istituzioni pubbliche supporto e credibilità, potenzialmente facilitando il processo di legittimazione delle decisioni politiche.
Legittimazione degli esperti nel policy making della sostenibilità in Italia: il caso della Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) / Santos, Stella. - (2025). (Intervento presentato al convegno IX CONVEGNO SOCIETÀ ITALIANA DI SOCIOLOGIA ECONOMICA - 2025 tenutosi a Pavia).
Legittimazione degli esperti nel policy making della sostenibilità in Italia: il caso della Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS)
SantosPrimo
2025
Abstract
La pubblicazione del rapporto Brundtland nel 1987 (United Nations, 1987) ha cambiato il panorama globale rispetto alle politiche in campo ambientale, economico e sociale. Il documento prodotto dalle Nazioni Unite, attraverso la definizione del concetto di sviluppo sostenibile, inaugura una fase di riflessione globale sui temi della tutela dell’ambiente e del paradigma di sviluppo (Mebratu, 1988; Du Pisani, 2006; Gore, 2015) contribuendo anche alla costruzione di un nuovo paradigma di policy in Italia (Pizzimenti, 2008; Pizzimenti & Di Giulio 2023). Tale definizione presente all’interno del documento dell’ONU è stata ampiamente discussa e criticata (cfr. inter alia Redclift, 2005; Jordan, 2008; Jabareen 2008; Wanner, 2015; Capurso et al., 2020), tuttavia le agende promosse dalle Nazioni Unite continuano a fare riferimento al concetto riportato nella pubblicazione del 1987. Nel 2015, durante il Vertice per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, nasce l'Agenda 2030, l’attuale piano d'azione globale orientato al tema della sostenibilità, organizzato in 17 obiettivi, i Sustainable Development Goals (SDG). L'Italia ha aderito al programma avviando la preparazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), approvata nel 2017 dal Consiglio dei Ministri e dal Comitato Interministeriale per le Politiche Economiche (CIPE) e aggiornata a settembre del 2023. Il documento costituisce uno strumento fondamentale che guida le azioni politiche relative allo sviluppo sostenibile in Italia (Calvaresi et al., 2021). L’influenza del sapere esperto nelle policy making ha assunto una crescente importanza per l’analisi delle politiche pubbliche (Haas,1992a; Fischer, 2009; Caselli, 2020). Lo studio del ruolo che gli attori esperti hanno acquisito all’interno del policy making della sostenibilità su diverse scale d’azione, in particolare sulla governance ambientale, è stato esplorato da diversi autori (Haas, 1992b, Pellizzoni, 2011; Wesselink et al., 2013; Mabon et al., 2019). Analizzano per esempio l'evoluzione del ruolo degli esperti del Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), fondato nel 1988 dall'UNEP per offrire ai governi una base tecnico-scientifica sul cambiamento climatico. Si osserva come questo attore esperto ha ampliato le proprie funzioni: oltre a fornire analisi scientifiche, oggi propone anche soluzioni di policy (Beck & Mahony, 2018). Gli attori esperti, infatti, possono acquisire una rilevanza maggiore quando coinvolti in dei processi decisionali relativi a tematiche considerate complesse e incerte (Haas 1992a); essendo la sostenibilità un concetto che può acquisire molteplici interpretazioni (Klarin, 2018; Ruggerio, 2021) le policy rivolte a questa tematica diventano potenzialmente un campo di azione particolarmente rilevante per gli attori esperti. Questa ricerca si concentra sull'operato dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), la rete di esperti nasce con l’obiettivo di sensibilizzare e contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda ONU attraverso dei suggerimenti di policy in Italia. La ricerca si è concentrata sull’analisi del modus operandi della rete di esperti, analizzando le risorse, le azioni e le strategie impiegate per legittimarsi nel policy making della sostenibilità, specialmente su scala nazionale. L’Alleanza si afferma come un attore di rifermento nel campo dello sviluppo sostenibile in Italia grazie a delle azioni multi-scalari, realizzando delle attività di supporto ai policy maker nella costruzione di strumenti programmatici come le Strategie Regionali e le Agende metropolitane sullo sviluppo sostenibile. Questa analisi si colloca all’interno degli studi socio-politologici sul ruolo degli esperti e degli expertise nel policy making, si poggia sull’approccio del neoistituzionalismo discorsivo (Schmidt, 2008, 2011; Moini, 2013) sulla letteratura sui think tanks (Rich, 2004; Diletti, 2007, 2011, 2017; McGann, 2019), sugli studi sulle comunità epistemiche (Haas, 1992a, Cross, 2012, 2013; Dunlop, 2009, 2011 2017; Mavrot & Sager, 2018; Loblovà, 2018) e sulle knowledge networks (Cross, 2011; Stone 2005, 2013). La metodologia applicata è stata di tipo qualitativo, ed è stata realizzata un’analisi discorsiva basata sui differenti artefatti: le interviste e i focus group svolti con membri di ASviS e le note di campo prodotte durante le sessioni di osservazione partecipante e non partecipante tra gli anni 2022 e 2023. L’analisi degli artefatti è stata condotta attraverso l’approccio della grounded theory (Glaser, 2001; Strauss & Corbin 1990) ed è stato supportato dall’utilizzo del software di analisi qualitativa (NVivo). In fine, la ricerca ha rilevato che la legittimazione politica di cui ASviS si avvale è costituita a partire da tre forme di legittimazione complementari: esperta, istituzionale e sociale. Dalla ricerca emerge che le proprie risorse cognitive e relazionali consentono all'Alleanza di acquisire legittimità politica, facilitandone la presenza all'interno delle arene consultive e decisionali. Grazie alla legittimità acquisita attraverso differenti risorse, ASviS ha la possibilità da un lato di presidiare i contesti istituzionali nei quali può avere maggior influenza politica, dall’altro di rappresentare un interlocutore che possa assicurare alle istituzioni pubbliche supporto e credibilità, potenzialmente facilitando il processo di legittimazione delle decisioni politiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.