La prospettiva per angolo tra Pozzo e Bibiena. Una questione di diritti d’autore

Between 17th and 18th centuries, we glimpse the terms of an imaginary dispute between two of the greatest experts and disseminators of perspective technique, Andrea Pozzo and Fer-dinando Galli Bibiena. The issue – never directly addressed – concerns the authorship of the conception of what is known as ‘angle perspective’. The rotation of real space with respect to the picture plane is one of the elements around which perspective theory has been going around for at least two hundred years when Pozzo introduced into his theoretical work the concept of ‘veduta per angolo’ and the interesting definition of ‘quasi per angolo’, when the angle that one of the main directions of the triorthogonal triple x, y, z, forms with the picture plane is dif-ferent from 45°. Galli Bibiena’s treatise takes up the issue intro-ducing small variations that lead him to propose himself as the originator of this approach. Both Pozzo and Ferdinando link the angle perspective con-struction to stage design and theatre. Notwithstanding the ac-knowledged influence of stage design, the veduta per angolo seems to have had another precedent, during the 17th centu-ry, with the development of anamorphosis and the consequent deformation of the image for spectators who are not standing in the point of constrained view. In this panorama, the primogen-iture of non-frontal perspective construction must be sought well beyond the relationship between Pozzo and Bibiena, al-though it is undoubtedly at this time that a series of instanc-es and technological advances lead the observer of perspective to assume a less static role. Space itself seems to become more flexible, and the concept of illusory enlargement is freed from the rigidity of the architectural and anthropometric nature of real space, and this allowed wall decoration to conceive free and imaginative inventions, which would be so successful in Europe and overseas.

Tra il XVII e il XVIII secolo si intravedono i termini di un'immaginaria disputa tra due dei massimi esperti e divulgatori della tecnica prospettica, Andrea Pozzo e Ferdinando Galli Bibiena. La questione – mai affrontata direttamente – riguarda la paternità della concezione della cosiddetta “prospettiva d'angolo”. La rotazione dello spazio reale rispetto al piano dell'immagine è uno degli elementi attorno a i quali la teoria prospettica si muove da almeno duecento anni, quando Pozzo introduce nella sua opera teorica il concetto di "veduta per angolo" e l'interessante definizione di ‘"quasi per angolo", quando l'angolo che una delle direzioni principali della tripla tridimensionale x, y, z, forma con il piano dell'immagine è diverso da 45°. Il trattato di Ferdinando Galli Bibiena riprende la questione introducendo piccole variazioni che lo portano a proporsi come l'ideatore di questo approccio. Sia Pozzo che Ferdinando collegano la costruzione della prospettiva d'angolo alla scenografia e al teatro. Nonostante la riconosciuta influenza della scenografia, la veduta per angolo sembra avere un altro precedente, nel corso del XVII secolo, con lo sviluppo dell'anamorfosi e la conseguente deformazione dell'immagine per gli spettatori che non si trovano nel punto di veduta vincolata. In questo panorama, la primogenitura della costruzione prospettica non frontale va ricercata ben oltre il rapporto tra Pozzo e Bibiena, anche se è indubbiamente in questo periodo che una serie di istanze e di progressi tecnologici portano l'osservatore della prospettiva ad assumere un ruolo meno statico. Lo spazio stesso sembra diventare più flessibile, e il concetto di sfondamento illusorio si libera dalla rigidità della natura architettonica e antropometrica dello spazio reale, e questo permette alla decorazione parietale e di concepire le invenzioni libere e fantastiche se che avranno tanto successo in Europa e oltreoceano.