Il contributo nasce da alcuni spunti presenti nella call stimolato in particolare da quelli diretti a definire un rapporto tra “Piano”/”Progetto”/”Attuazione” del PNRR. Il contesto di studio è emblematico perché è definito dalla città di Viterbo in cui il sistema di regole urbanistiche appartiene ad una visione, ad una idea di città elaborata tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta e culminata nell’approvazione del PRG “Smargiassi-Salcini” del 1956 poi confluito nella Variante Generale del 1979, ultimo strumento unitario di controllo della città. La città dagli anni Ottanta sfugge a qualsiasi visione olistica, confuta l’approccio e la governance urbanistica, e percorre il proprio sviluppo (forse sarebbe meglio dire crescita), al di fuori delle regole di piano direttore, privilegiando le Varianti parziali. Il PNRR, da molti presentato ed auspicato come politica calmieratrice degli squilibri territoriali, non è riuscito in questa impresa anzi ha contribuito ad allargare la forbice tra ciò che rientra nei domini della disciplina urbanistica e ciò che invece è demandato al mero progetto urbano o addirittura architettonico. I progetti più esemplari (di questa logica inversa) sono sicuramente la “Passeggiata lungo le Mura” e la “Pista ciclabile” ma esempi di pari importanza possono essere anche ricondotti alla progettualità dei nuovi parcheggi a servizio del centro storico, o alla riconversione di edifici senza un preliminare studio di assetto del tessuto urbano e dell’origine destinazione degli spostamenti. Per ciò che concerne i risultati, il PNRR in città non ha prodotto la creazione di quei necessari laboratori urbani per la condivisione delle scelte e delle strategie, ma ha contribuito ad esacerbare il distacco tra “Piano” “Progetto”, non riuscendo a territorializzare un sistema di governance della città ma “mettendo a terra”, parola molto cara in questo settore come giustamente suggerisce la call, risorse ed idee spesso non condivise e scarsamente verificate.
L’involuzione contemporanea del rapporto piano-progetto ed il nuovo lessico del PNRR. Il complesso rapporto a Viterbo tra progetto e norma / Errigo, MAURIZIO FRANCESCO. - (2024), pp. 267-278.
L’involuzione contemporanea del rapporto piano-progetto ed il nuovo lessico del PNRR. Il complesso rapporto a Viterbo tra progetto e norma
Errigo Maurizio Francesco
2024
Abstract
Il contributo nasce da alcuni spunti presenti nella call stimolato in particolare da quelli diretti a definire un rapporto tra “Piano”/”Progetto”/”Attuazione” del PNRR. Il contesto di studio è emblematico perché è definito dalla città di Viterbo in cui il sistema di regole urbanistiche appartiene ad una visione, ad una idea di città elaborata tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta e culminata nell’approvazione del PRG “Smargiassi-Salcini” del 1956 poi confluito nella Variante Generale del 1979, ultimo strumento unitario di controllo della città. La città dagli anni Ottanta sfugge a qualsiasi visione olistica, confuta l’approccio e la governance urbanistica, e percorre il proprio sviluppo (forse sarebbe meglio dire crescita), al di fuori delle regole di piano direttore, privilegiando le Varianti parziali. Il PNRR, da molti presentato ed auspicato come politica calmieratrice degli squilibri territoriali, non è riuscito in questa impresa anzi ha contribuito ad allargare la forbice tra ciò che rientra nei domini della disciplina urbanistica e ciò che invece è demandato al mero progetto urbano o addirittura architettonico. I progetti più esemplari (di questa logica inversa) sono sicuramente la “Passeggiata lungo le Mura” e la “Pista ciclabile” ma esempi di pari importanza possono essere anche ricondotti alla progettualità dei nuovi parcheggi a servizio del centro storico, o alla riconversione di edifici senza un preliminare studio di assetto del tessuto urbano e dell’origine destinazione degli spostamenti. Per ciò che concerne i risultati, il PNRR in città non ha prodotto la creazione di quei necessari laboratori urbani per la condivisione delle scelte e delle strategie, ma ha contribuito ad esacerbare il distacco tra “Piano” “Progetto”, non riuscendo a territorializzare un sistema di governance della città ma “mettendo a terra”, parola molto cara in questo settore come giustamente suggerisce la call, risorse ed idee spesso non condivise e scarsamente verificate.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Errigo_Involuzione_2024.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
2.92 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.92 MB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.