Casa dell’Affettività _ un luogo d’incontro tra donne detenute e famiglie che non sia quello anonimo e sorvegliato dei colloqui tradizionali, ma uno spazio che ricrei la dimensione domestica, che ricostituisca momentaneamente il nucleo familiare e che permetta alle detenute di mantenere un ruolo all’interno di esso, favorendone la riabilitazione e le reintegrazione (Costituzione Italiana, art. 27) Le casa dell’affettività è un piccolo edificio di 28 mq che tramite la sua forma iconica, rimanda istantaneamente all’idea tradizionale di casa. Posizionata in un’area verde sufficientemente protetta, è dotata degli ambienti essenziali allo svolgimento delle attività tipiche di una vita domestica quotidiana. Il tetto a falde inclinate protegge una piccola loggia dalla quale si accede ad un unico ambiente interno che raccoglie soggiorno, angolo cottura e zona pranzo, più un nucleo di servizio. Il progetto prevede la costruzione di un prototipo realizzato da manodopera interna non specializzata e riproducibile sia nel Carcere Femminile di Rebibbia sia in altri istituti. Ciò diviene possibile grazie ad un sistema portante autocostruito che punta alla semplificazione delle lavorazioni e all’eliminazione di elementi strutturali troppo pesanti. La tecnologia costruttiva prevede una struttura in pannelli lignei prefabbricati realizzati nella falegnameria del carcere di Viterbo, facilmente trasportabili ed assemblabili. Le scelte progettuali dell‘ambiente interno, pur rispondendo alle esigenze normative degli edifici penitenziari, ricreano un ambiente domestico e accogliente attraverso l’uso del colore, le finiture lignee e lo studio delle luce naturale. La facilità costruttiva permette tempi di realizzazione rapidi e, soprattutto, il coinvolgimento delle detenute e dei detenuti nella costruzione di un bene a servizio di tutta la comunità carcereria.

M.A.MA. Modulo per l'Affettività e la Maternità, presso la Casa Circondariale femminile di Rebibbia / Posocco, Pisana; Mazzetto, Attilio; Marenaci, Tommaso; Passeri, Martina. - (2020).

M.A.MA. Modulo per l'Affettività e la Maternità, presso la Casa Circondariale femminile di Rebibbia

Pisana Posocco
;
Attilio Mazzetto
;
Tommaso Marenaci
;
Martina Passeri
2020

Abstract

Casa dell’Affettività _ un luogo d’incontro tra donne detenute e famiglie che non sia quello anonimo e sorvegliato dei colloqui tradizionali, ma uno spazio che ricrei la dimensione domestica, che ricostituisca momentaneamente il nucleo familiare e che permetta alle detenute di mantenere un ruolo all’interno di esso, favorendone la riabilitazione e le reintegrazione (Costituzione Italiana, art. 27) Le casa dell’affettività è un piccolo edificio di 28 mq che tramite la sua forma iconica, rimanda istantaneamente all’idea tradizionale di casa. Posizionata in un’area verde sufficientemente protetta, è dotata degli ambienti essenziali allo svolgimento delle attività tipiche di una vita domestica quotidiana. Il tetto a falde inclinate protegge una piccola loggia dalla quale si accede ad un unico ambiente interno che raccoglie soggiorno, angolo cottura e zona pranzo, più un nucleo di servizio. Il progetto prevede la costruzione di un prototipo realizzato da manodopera interna non specializzata e riproducibile sia nel Carcere Femminile di Rebibbia sia in altri istituti. Ciò diviene possibile grazie ad un sistema portante autocostruito che punta alla semplificazione delle lavorazioni e all’eliminazione di elementi strutturali troppo pesanti. La tecnologia costruttiva prevede una struttura in pannelli lignei prefabbricati realizzati nella falegnameria del carcere di Viterbo, facilmente trasportabili ed assemblabili. Le scelte progettuali dell‘ambiente interno, pur rispondendo alle esigenze normative degli edifici penitenziari, ricreano un ambiente domestico e accogliente attraverso l’uso del colore, le finiture lignee e lo studio delle luce naturale. La facilità costruttiva permette tempi di realizzazione rapidi e, soprattutto, il coinvolgimento delle detenute e dei detenuti nella costruzione di un bene a servizio di tutta la comunità carcereria.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1731856
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