In Italy, the advent of modernist zoning, based on the principle of indistinguishable functionalisation of whole parts of the territory, led to the determination of the city through compartmentalisation. Homogeneous areas, created to bring order to places characterised by uncontrolled construction, have the limitation of tending to crystallise the types of buildings and the possibilities for their renovation, often creating barriers to development and determining the degradation of entire neighbourhoods. In this landscape of causally constructed buildings, without even the glocal qualities that Bernard Rudofsky hoped for in his book Architecture without Architects, there are some categories of buildings that stand out morphologically from the rest. These are industrial buildings, especially those built between the 1960s and the early 2000s. Francesco Venezia called them contemporary cathedrals due to their dimensional and formal characteristics, which mark a change in language obviously based on the widespread use of metal, glass, concrete and prefabricated elements.

In Italia l’avvento della zonizzazione modernista, governata dal principio di funzionalizzazione indistinta di intere porzioni di territorio, ha portato alla determinazione della città per compartimenti stagni. Le zone omogenee, messe in campo per fare ordine in luoghi caratterizzati dall’edificazione incontrollata, hanno il limite di tendere a cristallizzare le tipologie edilizie e le possibilità di rinnovamento delle costruzioni, causando spesso blocchi allo sviluppo e determinando il degrado di intere porzioni di città. In questo paesaggio di edifici costruiti in maniera causale, senza nemmeno le qualità glocali che auspicava Bernard Rudofsky nel suo libro Architettura senza architetti, ci sono alcune categorie di edifici che emergono morfologicamente rispetto a tutto il resto. Si tratta dei fabbricati ad uso industriale, in particolare quelli costruiti tra gli anni Sessanta e i primi del Duemila: Francesco Venezia li definiva cattedrali contemporanee, per le loro caratteristiche dimensionali e formali che segnano un cambio di linguaggio evidentemente fondato sull’uso diffuso del metallo, del vetro, del calcestruzzo e degli elementi prefabbricati.

Ipotesi ritmiche per l’intervento sull’esistente / Arcopinto, Luigi. - (2024), pp. 67-71. - ALLELI/RESEARCH.

Ipotesi ritmiche per l’intervento sull’esistente

Arcopinto, Luigi
2024

Abstract

In Italy, the advent of modernist zoning, based on the principle of indistinguishable functionalisation of whole parts of the territory, led to the determination of the city through compartmentalisation. Homogeneous areas, created to bring order to places characterised by uncontrolled construction, have the limitation of tending to crystallise the types of buildings and the possibilities for their renovation, often creating barriers to development and determining the degradation of entire neighbourhoods. In this landscape of causally constructed buildings, without even the glocal qualities that Bernard Rudofsky hoped for in his book Architecture without Architects, there are some categories of buildings that stand out morphologically from the rest. These are industrial buildings, especially those built between the 1960s and the early 2000s. Francesco Venezia called them contemporary cathedrals due to their dimensional and formal characteristics, which mark a change in language obviously based on the widespread use of metal, glass, concrete and prefabricated elements.
2024
Architettura su architettura
979-12-5644-007-8
In Italia l’avvento della zonizzazione modernista, governata dal principio di funzionalizzazione indistinta di intere porzioni di territorio, ha portato alla determinazione della città per compartimenti stagni. Le zone omogenee, messe in campo per fare ordine in luoghi caratterizzati dall’edificazione incontrollata, hanno il limite di tendere a cristallizzare le tipologie edilizie e le possibilità di rinnovamento delle costruzioni, causando spesso blocchi allo sviluppo e determinando il degrado di intere porzioni di città. In questo paesaggio di edifici costruiti in maniera causale, senza nemmeno le qualità glocali che auspicava Bernard Rudofsky nel suo libro Architettura senza architetti, ci sono alcune categorie di edifici che emergono morfologicamente rispetto a tutto il resto. Si tratta dei fabbricati ad uso industriale, in particolare quelli costruiti tra gli anni Sessanta e i primi del Duemila: Francesco Venezia li definiva cattedrali contemporanee, per le loro caratteristiche dimensionali e formali che segnano un cambio di linguaggio evidentemente fondato sull’uso diffuso del metallo, del vetro, del calcestruzzo e degli elementi prefabbricati.
architettura industriale; cattedrali contemporanee; second hand architecture; villa Literno; Campania
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Ipotesi ritmiche per l’intervento sull’esistente / Arcopinto, Luigi. - (2024), pp. 67-71. - ALLELI/RESEARCH.
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