Questo saggio prende in esame tre film considerati esemplificativi non tanto di tre cinematografie nazionali (Polonia, Ucraina, Ungheria) ma di tre modi diversi, antitetici ma complementari, di relazionarsi comunemente alla memoria della Shoah. Il primo film è Ida (2013, Paweł Pawlikowski), che affronta il tema in retrospettiva, indagando la perdita della memoria e la crisi identitaria di due donne nella Polonia degli anni Sessanta; il secondo, Il figlio di Saul (Saul Fia, 2015, László Nemes), racconta l’orrore dei Sonderkommando dall’interno, ridiscutendo provocatoriamente la soglia dell’indicibile adorniano; il terzo, Austerlitz (2016, Sergei Loznitsa), propone invece una riflessione sulla mercificazione della memoria (i lager trasformati in parchi divertimento) utilizzando la forma documentaria. Presentati tutti e tre in occasione di importanti festival europei e internazionali, questi film sono anche specchio delle tre diverse generazioni (Pawlikowski 1957, Loznitsa 1964, Nemes 1977) che decidono di affrontare, da prospettive difformi, la persistenza della Shoah nella memoria comunicante dell’Europa orientale.
La memoria della Shoah nel cinema est-europeo contemporaneo / Garofalo, Damiano. - (2024), pp. 27-37.
La memoria della Shoah nel cinema est-europeo contemporaneo
Damiano Garofalo
2024
Abstract
Questo saggio prende in esame tre film considerati esemplificativi non tanto di tre cinematografie nazionali (Polonia, Ucraina, Ungheria) ma di tre modi diversi, antitetici ma complementari, di relazionarsi comunemente alla memoria della Shoah. Il primo film è Ida (2013, Paweł Pawlikowski), che affronta il tema in retrospettiva, indagando la perdita della memoria e la crisi identitaria di due donne nella Polonia degli anni Sessanta; il secondo, Il figlio di Saul (Saul Fia, 2015, László Nemes), racconta l’orrore dei Sonderkommando dall’interno, ridiscutendo provocatoriamente la soglia dell’indicibile adorniano; il terzo, Austerlitz (2016, Sergei Loznitsa), propone invece una riflessione sulla mercificazione della memoria (i lager trasformati in parchi divertimento) utilizzando la forma documentaria. Presentati tutti e tre in occasione di importanti festival europei e internazionali, questi film sono anche specchio delle tre diverse generazioni (Pawlikowski 1957, Loznitsa 1964, Nemes 1977) che decidono di affrontare, da prospettive difformi, la persistenza della Shoah nella memoria comunicante dell’Europa orientale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.