Intorno a regole e trasgressione

Il testo esplora l’idea del “progetto di sovrascrittura” in architettura, cioè l’intervento progettuale su una preesistenza che non venga intesa come ostacolo, ma piuttosto come base dinamica per nuove idee e usi. Prendendo avvio da una riflessione sulla composizione musicale e associando la libertà creativa all’uso consapevole e “senza inibizioni” dei materiali storici, proprio come avviene nell’improvvisazione jazzistica sui giri armonici, si passa ad un’analisi dell’ambito architettonico, dove gli edifici esistenti possono essere assunti come possibili “canovacci” dai quali partire per innestare nuovi progetti, capaci di dialogare con il contesto storico, ma proiettati verso il futuro. In quest’ottica, la “sovrascrittura” diventa il modo per restituire all’architettura la sua dimensione temporale più ampia, trasformando gli interventi in processi che mantengono aperte possibilità future, invece di cristallizzare soluzioni rigide. Vengono così rivalutati strumenti come l’innesto, il collage, la ricomposizione di frammenti — tipici delle pratiche artistiche e progettuali novecentesche e contemporanee — per esprimere la continuità vitale del costruire nel tempo.