Il presente lavoro, frutto della ricerca condotta presso la Scuola di Dottorato in Archeologia (curriculum Etruscologia, XXXI ciclo) della Sapienza Università di Roma, si inserisce in un più ampio progetto di collaborazione avviato da diversi anni tra la Sapienza Università di Roma, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale e il Polo Museale del Lazio e si pone come obbiettivo l’analisi dei contesti funerari della città di Falerii Veteres tra il VI e il III sec. a.C. Se si escludono brevi commenti ai corredi funerari all’interno di alcuni noti corpora, e accenni ad alcuni materiali esposti nelle sale del Museo Archeologico dell’Agro Falisco e di Villa Giulia, i numerosi contesti provenienti dalle necropoli di Civita Castellana risultano infatti privi di un’edizione sistematica e sono conosciuti, nel loro insieme, solo per l’edizione postuma della documentazione prodotta per l’edizione della Carta Archeologica, confluita nella Serie II della Forma Italiae edita del 1981. L’ingente materiale archeologico, attinente alla fase cronologica oggetto di studio, ha imposto la selezione di un primo campione di indagine costituito dai contesti funerari della necropoli della Penna integralmente presentati e commentati in questa sede. Per avere un quadro più omogeneo del record archeologico funerario della città, sono stati censiti e quantificati la maggior parte dei materiali provenienti dai restanti sepolcreti, aggiungendo al computo anche i materiali non acquisiti dallo Stato di cui si ha nota negli elenchi redatti contestualmente allo scavo dalla Guardia delle Antichità Giuseppe Magliulo. Sono noti, infatti, i limiti del record archeologico di Falerii, lontano dal costituire un campione di indagine ideale a causa dell’utilizzo prolungato delle camere funerarie nell’arco di più generazioni, delle numerose manomissioni avvenute fin dall’antico e dalle parziali acquisizioni del materiale archeologico effettuate contestualmente alle indagini. Il tentativo di “ricostruzione” dei contesti e della realtà funeraria di Falerii, proposto in questa sede, si avvale di un’importante base metodologica formalizzata da G. Ligabue per l’edizione dei più antichi sepolcreti della città 6 e di un’ampia e solida rassegna bibliografica su Falerii, sia archeologica sia archivistica, che ha conosciuto negli ultimi anni un significativo incremento.
Falerii Veteres tra la tarda età arcaica e l’età ellenistica alla luce delle testimonianze funerarie: la necropoli della Penna / Bonadies, Manuela. - (2023).
Falerii Veteres tra la tarda età arcaica e l’età ellenistica alla luce delle testimonianze funerarie: la necropoli della Penna
Manuela Bonadies
2023
Abstract
Il presente lavoro, frutto della ricerca condotta presso la Scuola di Dottorato in Archeologia (curriculum Etruscologia, XXXI ciclo) della Sapienza Università di Roma, si inserisce in un più ampio progetto di collaborazione avviato da diversi anni tra la Sapienza Università di Roma, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale e il Polo Museale del Lazio e si pone come obbiettivo l’analisi dei contesti funerari della città di Falerii Veteres tra il VI e il III sec. a.C. Se si escludono brevi commenti ai corredi funerari all’interno di alcuni noti corpora, e accenni ad alcuni materiali esposti nelle sale del Museo Archeologico dell’Agro Falisco e di Villa Giulia, i numerosi contesti provenienti dalle necropoli di Civita Castellana risultano infatti privi di un’edizione sistematica e sono conosciuti, nel loro insieme, solo per l’edizione postuma della documentazione prodotta per l’edizione della Carta Archeologica, confluita nella Serie II della Forma Italiae edita del 1981. L’ingente materiale archeologico, attinente alla fase cronologica oggetto di studio, ha imposto la selezione di un primo campione di indagine costituito dai contesti funerari della necropoli della Penna integralmente presentati e commentati in questa sede. Per avere un quadro più omogeneo del record archeologico funerario della città, sono stati censiti e quantificati la maggior parte dei materiali provenienti dai restanti sepolcreti, aggiungendo al computo anche i materiali non acquisiti dallo Stato di cui si ha nota negli elenchi redatti contestualmente allo scavo dalla Guardia delle Antichità Giuseppe Magliulo. Sono noti, infatti, i limiti del record archeologico di Falerii, lontano dal costituire un campione di indagine ideale a causa dell’utilizzo prolungato delle camere funerarie nell’arco di più generazioni, delle numerose manomissioni avvenute fin dall’antico e dalle parziali acquisizioni del materiale archeologico effettuate contestualmente alle indagini. Il tentativo di “ricostruzione” dei contesti e della realtà funeraria di Falerii, proposto in questa sede, si avvale di un’importante base metodologica formalizzata da G. Ligabue per l’edizione dei più antichi sepolcreti della città 6 e di un’ampia e solida rassegna bibliografica su Falerii, sia archeologica sia archivistica, che ha conosciuto negli ultimi anni un significativo incremento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.