Il territorio di Cerchiara di Calabria (CS), situato in Sibaritide settentrionale, tra la piana di Sibari e le pendici del monte Sellaro, è noto per la sua ricca densità archeologica, testimone dell'esistenza di antiche civiltà e insediamenti. Le prime testimonianze protostoriche in zona, tutte databili all’età del Bronzo Finale, includono: un gruppo di 25 asce in bronzo scoperte nel 1926 da V. Di Cicco tra le località Luparello e il Santuario delle Armi ed un gruppo di 6 asce ad occhio rinvenute casualmente nel 1951 a Balze di Cristo. Nel 1982 i ricercatori della Cattedra di Protostoria Europea dell'Università di Roma La Sapienza individuarono dispersioni di materiale protostorico provenienti dall'altura di Timpone Motta di Cerchiara, situata nei primi rilievi collinari sopra la piana di Sibari. Tale ritrovamento, unito alle ulteriori evidenze di insediamenti protostorici in Sibaritide, rappresentò un importante passo avanti nella comprensione del sistema insediativo protostorico in Sibaritide. Negli anni 2000, il territorio di Cerchiara, soprattutto le aree attorno alla Piana di Cerchiara, ha suscitato l'interesse di enti e università straniere. Il RAP (Raganello Archaeological Project) negli ultimi vent’anni ha studiato attentamente il territorio osservando che le dispersioni di materiale protostorico, in particolare del Bronzo Finale e dell'età del Ferro, sono abbastanza comuni. Attraverso scavi archeologici e indagini non invasive, quali prospezioni geofisiche e ricognizioni di superficie, sono state individuate numerose strutture abitative e/o di stoccaggio caratterizzate da muri a secco e da grandi contenitori ceramici come i dolii. Nel settembre 2022, all’interno del contesto di studi territoriali in Sibaritide, è stata effettuata una ricognizione mirata sul sito protostorico di Timpone Motta di Cerchiara, fornendo una serie di informazioni cruciali sulla cronologia, distribuzione e contesto ambientale del sito. Situato su una formazione sedimentaria marina pleistocenica, il sito è orientato in senso nord-sud, caratterizzato da un'area sommitale di 1,7 ettari e ripidi pendii. La sua posizione strategica offre una vista panoramica e su lungo raggio sulla piana di Sibari, riflettendo le caratteristiche di un sito su altura naturalmente difeso, tipico dell'età del Bronzo. L'approccio adottato per l'indagine archeologica nell'area sommitale e sui pendii di Timpone Motta di Cerchiara è caratterizzato da una metodologia mirata ad ottenere una copertura completa e sistematica dell'area di interesse, tenendo conto delle dimensioni limitate dell'area sommitale e delle condizioni del terreno. La suddivisione dell'area sommitale in quadrati di dimensioni 10x10 metri ha consentito di garantire una copertura completa e dettagliata, facilitando la registrazione e la mappatura degli elementi archeologici presenti. Questo approccio sistematico ha fornito una visione chiara della distribuzione degli elementi sul terreno, consentendo di individuare eventuali pattern e correlazioni tra i reperti e la topografia dell'area. Il campionamento dei pendii attraverso transetti o strisciate, anch'essi formati da quadrati di dimensioni 10x10 metri, è stato condotto solo dove le condizioni di pendenza garantivano la sicurezza degli operatori minimizzando il rischio di incidenti. Questa fase è stata essenziale per comprendere come la distribuzione degli elementi fosse influenzata dalla topografia circostante, consentendo così una visione più completa del contesto archeologico dell'area. La registrazione dei rinvenimenti attraverso l’utilizzo di punti GPS ha permesso una loro precisa georeferenziazione e di conseguenza è stato possibile mappare con precisione la distribuzione degli elementi nel sito. L'analisi della distribuzione dei reperti ceramici ha rivelato importanti informazioni sulle dinamiche ambientali e di insediamento nel sito. La presenza di una maggiore densità di materiale archeologico sui pendii, in particolare sul pendio Est, suggerisce che questi settori potrebbero essere stati soggetti a trasporti e dilavamenti di materiale archeologico a causa dell'azione erosiva. Al contrario, la parte sommitale del sito sembra essere stata interessata da processi erosivi più intensi, che hanno probabilmente influenzato la distribuzione e la conservazione dei reperti in quella zona. Il materiale protostorico rinvenuto è stato classificato in base alle diverse classi d'impasto ceramico riscontrate, tra cui impasto grossolano, ceramica depurata, ceramica grigia tornita, dolii e infine un ulteriore classe per i rinvenimenti litici. L’impasto grossolano protostorico caratterizza la maggior parte delle evidenze, mostrando una percentuale pari al 95%, mentre solo il 2,5 % dei frammenti appartiene alla classe della ceramica depurata, localizzata quasi esclusivamente sul pendio orientale. I frammenti di dolii, rinvenuti nell’area S-W e sul pendio orientale, rappresentano quasi l’1% del totale. La ceramica grigia tornita è stata individuata sul pendio orientale con un frammento di ansa con sopraelevazione assai significativo, e un frammento dubbio all’estremità settentrionale del pianoro, con una percentuale pari allo 0,2%. Gli studi preliminari dei materiali indicano una presenza significativa di reperti attribuibili all'età del Bronzo Medio (frammenti di manici a nastro con margini lievemente rialzati, di olle e vasi a collo, ciotole a profilo arrotondato) e Recente (ciotole carenate, frammenti di ansa cornuta e ceramica grigia tornita), con qualche frammento datato all'età del Ferro (frammenti di ceramica depurata come fondo di pithos e scodelle ad orlo rientrante). La mancanza di chiare attestazioni per il Bronzo Finale suggerisce la necessità di ulteriori studi e ricerche per una migliore comprensione delle fasi cronologiche e delle pratiche culturali associate al sito in questione. In generale, il lavoro condotto offre una solida base per la comprensione del sito archeologico di Timpone Motta di Cerchiara. Attraverso approfondimenti sulla sua cronologia, la distribuzione spaziale dei reperti e interpretazioni preliminari sulle modalità di insediamento umano e utilizzo del territorio, siamo in grado di ottenere una visione più chiara della storia e della cultura delle comunità che hanno abitato questa area nel corso dei secoli.
Ricognizione di superficie sul sito protostorico di Timpone Motta di Cerchiara, in Sibaritide settentrionale (CS) / Valentini, Giuseppe; Vanzetti, Alessandro. - (2024). (Intervento presentato al convegno Seminario della Scuola di Dottorato d'interesse Nazionale in Heritage Science - Archeologia tenutosi a "Rome; Italy").
Ricognizione di superficie sul sito protostorico di Timpone Motta di Cerchiara, in Sibaritide settentrionale (CS)
Giuseppe Valentini
Primo
;Alessandro VanzettiSecondo
2024
Abstract
Il territorio di Cerchiara di Calabria (CS), situato in Sibaritide settentrionale, tra la piana di Sibari e le pendici del monte Sellaro, è noto per la sua ricca densità archeologica, testimone dell'esistenza di antiche civiltà e insediamenti. Le prime testimonianze protostoriche in zona, tutte databili all’età del Bronzo Finale, includono: un gruppo di 25 asce in bronzo scoperte nel 1926 da V. Di Cicco tra le località Luparello e il Santuario delle Armi ed un gruppo di 6 asce ad occhio rinvenute casualmente nel 1951 a Balze di Cristo. Nel 1982 i ricercatori della Cattedra di Protostoria Europea dell'Università di Roma La Sapienza individuarono dispersioni di materiale protostorico provenienti dall'altura di Timpone Motta di Cerchiara, situata nei primi rilievi collinari sopra la piana di Sibari. Tale ritrovamento, unito alle ulteriori evidenze di insediamenti protostorici in Sibaritide, rappresentò un importante passo avanti nella comprensione del sistema insediativo protostorico in Sibaritide. Negli anni 2000, il territorio di Cerchiara, soprattutto le aree attorno alla Piana di Cerchiara, ha suscitato l'interesse di enti e università straniere. Il RAP (Raganello Archaeological Project) negli ultimi vent’anni ha studiato attentamente il territorio osservando che le dispersioni di materiale protostorico, in particolare del Bronzo Finale e dell'età del Ferro, sono abbastanza comuni. Attraverso scavi archeologici e indagini non invasive, quali prospezioni geofisiche e ricognizioni di superficie, sono state individuate numerose strutture abitative e/o di stoccaggio caratterizzate da muri a secco e da grandi contenitori ceramici come i dolii. Nel settembre 2022, all’interno del contesto di studi territoriali in Sibaritide, è stata effettuata una ricognizione mirata sul sito protostorico di Timpone Motta di Cerchiara, fornendo una serie di informazioni cruciali sulla cronologia, distribuzione e contesto ambientale del sito. Situato su una formazione sedimentaria marina pleistocenica, il sito è orientato in senso nord-sud, caratterizzato da un'area sommitale di 1,7 ettari e ripidi pendii. La sua posizione strategica offre una vista panoramica e su lungo raggio sulla piana di Sibari, riflettendo le caratteristiche di un sito su altura naturalmente difeso, tipico dell'età del Bronzo. L'approccio adottato per l'indagine archeologica nell'area sommitale e sui pendii di Timpone Motta di Cerchiara è caratterizzato da una metodologia mirata ad ottenere una copertura completa e sistematica dell'area di interesse, tenendo conto delle dimensioni limitate dell'area sommitale e delle condizioni del terreno. La suddivisione dell'area sommitale in quadrati di dimensioni 10x10 metri ha consentito di garantire una copertura completa e dettagliata, facilitando la registrazione e la mappatura degli elementi archeologici presenti. Questo approccio sistematico ha fornito una visione chiara della distribuzione degli elementi sul terreno, consentendo di individuare eventuali pattern e correlazioni tra i reperti e la topografia dell'area. Il campionamento dei pendii attraverso transetti o strisciate, anch'essi formati da quadrati di dimensioni 10x10 metri, è stato condotto solo dove le condizioni di pendenza garantivano la sicurezza degli operatori minimizzando il rischio di incidenti. Questa fase è stata essenziale per comprendere come la distribuzione degli elementi fosse influenzata dalla topografia circostante, consentendo così una visione più completa del contesto archeologico dell'area. La registrazione dei rinvenimenti attraverso l’utilizzo di punti GPS ha permesso una loro precisa georeferenziazione e di conseguenza è stato possibile mappare con precisione la distribuzione degli elementi nel sito. L'analisi della distribuzione dei reperti ceramici ha rivelato importanti informazioni sulle dinamiche ambientali e di insediamento nel sito. La presenza di una maggiore densità di materiale archeologico sui pendii, in particolare sul pendio Est, suggerisce che questi settori potrebbero essere stati soggetti a trasporti e dilavamenti di materiale archeologico a causa dell'azione erosiva. Al contrario, la parte sommitale del sito sembra essere stata interessata da processi erosivi più intensi, che hanno probabilmente influenzato la distribuzione e la conservazione dei reperti in quella zona. Il materiale protostorico rinvenuto è stato classificato in base alle diverse classi d'impasto ceramico riscontrate, tra cui impasto grossolano, ceramica depurata, ceramica grigia tornita, dolii e infine un ulteriore classe per i rinvenimenti litici. L’impasto grossolano protostorico caratterizza la maggior parte delle evidenze, mostrando una percentuale pari al 95%, mentre solo il 2,5 % dei frammenti appartiene alla classe della ceramica depurata, localizzata quasi esclusivamente sul pendio orientale. I frammenti di dolii, rinvenuti nell’area S-W e sul pendio orientale, rappresentano quasi l’1% del totale. La ceramica grigia tornita è stata individuata sul pendio orientale con un frammento di ansa con sopraelevazione assai significativo, e un frammento dubbio all’estremità settentrionale del pianoro, con una percentuale pari allo 0,2%. Gli studi preliminari dei materiali indicano una presenza significativa di reperti attribuibili all'età del Bronzo Medio (frammenti di manici a nastro con margini lievemente rialzati, di olle e vasi a collo, ciotole a profilo arrotondato) e Recente (ciotole carenate, frammenti di ansa cornuta e ceramica grigia tornita), con qualche frammento datato all'età del Ferro (frammenti di ceramica depurata come fondo di pithos e scodelle ad orlo rientrante). La mancanza di chiare attestazioni per il Bronzo Finale suggerisce la necessità di ulteriori studi e ricerche per una migliore comprensione delle fasi cronologiche e delle pratiche culturali associate al sito in questione. In generale, il lavoro condotto offre una solida base per la comprensione del sito archeologico di Timpone Motta di Cerchiara. Attraverso approfondimenti sulla sua cronologia, la distribuzione spaziale dei reperti e interpretazioni preliminari sulle modalità di insediamento umano e utilizzo del territorio, siamo in grado di ottenere una visione più chiara della storia e della cultura delle comunità che hanno abitato questa area nel corso dei secoli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


