Il presente articolo propone un’analisi della rappresentazione della crisi ambientale e climatica nel romanzo Lagoon (2014) della scrittrice nigeriana americana Nnedi Okorafor e nell’opera audiovisiva The End of Eating Everything (2013) dell’artista kenyana Wangechi Mutu. Le opere di entrambe sono qui considerate esemplificative di un ambito culturale noto come Africanfuturismo (Okorafor 2019), un paradigma che si differenzia dal più noto Afrofuturismo (Dery 1993) perché esplora le intersezioni tra nerezza, tecnologia, fantascienza e spazio del futuribile a partire da prospettive radicate nelle culture, nelle storie e nelle mitologie del continente africano. L’obiettivo dell’articolo è quello di dimostrare come la produzione culturale sulla crisi socio-ecologica prodotta nell’alveo della corrente africanfuturista partecipi allo sviluppo di una contro-narrazione dell’Antropocene da prospettive femministe, postcoloniali e multispecie. In particolare, essa contribuisce, da un lato, a decolonizzare il discorso sulla crisi ambientale facendo luce sulle disuguaglianze strutturali che la attraversano e, dall’altro, ad arricchire l’archivio ufficiale del Postumanesimo attraverso la mobilitazione di epistemologie non occidentali che disarticolano i dualismi cultura/natura e umano/non umano per proporre immaginari post-dualisti e post-antropocentrici. Sostituendo al paradigma apocalittico della crisi quello della giustizia ambientale, la produzione culturale femminista africanfuturista costituisce un bacino di proposte etico-politiche per la costruzione di nuovi futuri sostenibili e finalmente desiderabili.

Africanfuturismo femminista e Antropocene. Pratiche di giustizia ambientale intersezionale e multispecie nella produzione di Nnedi Okorafor e Wangechi Mutu / Dionisi, Rachele. - (2024), pp. 203-222.

Africanfuturismo femminista e Antropocene. Pratiche di giustizia ambientale intersezionale e multispecie nella produzione di Nnedi Okorafor e Wangechi Mutu

Rachele Dionisi
2024

Abstract

Il presente articolo propone un’analisi della rappresentazione della crisi ambientale e climatica nel romanzo Lagoon (2014) della scrittrice nigeriana americana Nnedi Okorafor e nell’opera audiovisiva The End of Eating Everything (2013) dell’artista kenyana Wangechi Mutu. Le opere di entrambe sono qui considerate esemplificative di un ambito culturale noto come Africanfuturismo (Okorafor 2019), un paradigma che si differenzia dal più noto Afrofuturismo (Dery 1993) perché esplora le intersezioni tra nerezza, tecnologia, fantascienza e spazio del futuribile a partire da prospettive radicate nelle culture, nelle storie e nelle mitologie del continente africano. L’obiettivo dell’articolo è quello di dimostrare come la produzione culturale sulla crisi socio-ecologica prodotta nell’alveo della corrente africanfuturista partecipi allo sviluppo di una contro-narrazione dell’Antropocene da prospettive femministe, postcoloniali e multispecie. In particolare, essa contribuisce, da un lato, a decolonizzare il discorso sulla crisi ambientale facendo luce sulle disuguaglianze strutturali che la attraversano e, dall’altro, ad arricchire l’archivio ufficiale del Postumanesimo attraverso la mobilitazione di epistemologie non occidentali che disarticolano i dualismi cultura/natura e umano/non umano per proporre immaginari post-dualisti e post-antropocentrici. Sostituendo al paradigma apocalittico della crisi quello della giustizia ambientale, la produzione culturale femminista africanfuturista costituisce un bacino di proposte etico-politiche per la costruzione di nuovi futuri sostenibili e finalmente desiderabili.
2024
Narrazioni dall'Antropocene. (Pre)visioni della crisi ambientale nella letteratura e nella cultura visuale
antropocene; fantascienza; africanfuturismo femminista; nnedi okorafor; wangechi mutu
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Africanfuturismo femminista e Antropocene. Pratiche di giustizia ambientale intersezionale e multispecie nella produzione di Nnedi Okorafor e Wangechi Mutu / Dionisi, Rachele. - (2024), pp. 203-222.
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