Buenos Aires incompiuta tra utopie urbane e trasformazioni territoriali

“Buenos Aires è una città cresciuta prodigiosamente”: un’affermazione di Le Corbusier valida tuttora e che efficace- mente sintetizza una condizione strutturale della capitale argentina. Dal finire dell’Ottocento ad oggi, essa è infatti divenuta una megalopoli nella cui area urbana vivono e lavorano circa 12 milioni di persone. La complessità di questa crescita vertiginosa si è spesso confrontata con i tentativi di governi e architetti di prevederne le dinamiche, come testimoniano i numerosi piani che si sono succeduti negli ultimi due secoli. Nell’impossibilità di ripercorrere, nella dimensione di un saggio, tutte le trasformazioni (dalla piccola alla grande scala) subite da Buenos Aires, il presente testo si propone di indagare alcune tematiche ricorrenti e costanti, che emergono nell’approccio porteño ai problemi urbani, come la permanenza del disegno geometrico di matrice spagnola, la sua traduzione in un sistema civico identitario e il contrasto tra una espansione in profondità (teoricamente infinita) e il rapporto con il Río, entità a sua volta simbolica e vitale.