Il libro propone uno scenario di trasformazione per l’area della città di Roma, circostante la Stazione Termini, legata al transito di merci e persone, di culture e storie, che reclama, affianco ai tanti progetti puntuali che si vanno sviluppando, una visione sistemica. Il tentativo è di definire uno statuto rinnovato, per la pratica del progetto urbano, associando due approcci distinti e complementari: il primo modellistico, analitico e dettagliato, proprio della cultura architettonica italiana del secondo Novecento; il secondo strategico, più indefinito e “generico”, che non è sinonimo di amorfo (privo di morphé) bensì di metamorfico, e che trova le sue radici nel modello ecologico delle discipline del progetto. Tenere insieme queste due visioni, alla macro e micro scala, ha richiesto una doppia strategia: da un lato, si è operato per via di azioni “opportunistiche”, in grado di usare al meglio le risorse a disposizione.; dall’altro, non si è inteso rinunciare a depositare figure stabili, sviluppate in tre progetti d’area per l’asse di via Giolitti, per il nodo di Porta Maggiore-Scalo San Lorenzo e per il recinto del Castro Pretorio.
IN TRANSITO. Un progetto urbano tra Esquilino, Porta Maggiore e Castro Pretorio / PADOA SCHIOPPA, Caterina; Reale, Luca; Raitano, Manuela. - (2024), pp. 1-196.
IN TRANSITO. Un progetto urbano tra Esquilino, Porta Maggiore e Castro Pretorio
Caterina Padoa Schioppa;Luca Reale;Manuela Raitano
2024
Abstract
Il libro propone uno scenario di trasformazione per l’area della città di Roma, circostante la Stazione Termini, legata al transito di merci e persone, di culture e storie, che reclama, affianco ai tanti progetti puntuali che si vanno sviluppando, una visione sistemica. Il tentativo è di definire uno statuto rinnovato, per la pratica del progetto urbano, associando due approcci distinti e complementari: il primo modellistico, analitico e dettagliato, proprio della cultura architettonica italiana del secondo Novecento; il secondo strategico, più indefinito e “generico”, che non è sinonimo di amorfo (privo di morphé) bensì di metamorfico, e che trova le sue radici nel modello ecologico delle discipline del progetto. Tenere insieme queste due visioni, alla macro e micro scala, ha richiesto una doppia strategia: da un lato, si è operato per via di azioni “opportunistiche”, in grado di usare al meglio le risorse a disposizione.; dall’altro, non si è inteso rinunciare a depositare figure stabili, sviluppate in tre progetti d’area per l’asse di via Giolitti, per il nodo di Porta Maggiore-Scalo San Lorenzo e per il recinto del Castro Pretorio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.