INTRODUZIONE In tutte le fasce d’età, l’inattività fisica è uno dei fattori legati allo stile di vita associato di più con lo sviluppo di malattie croniche non trasmissibili (MCNT), quali malattie cardiovascolari, diabete, cancro e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), e che è stato definito una «pandemia» (Kohl et al., 2012) per i suoi effetti sulla salute. Anche tra gli adolescenti e i giovani si assiste a una crescente incidenza delle MCNT, prima di tutto il diabete di tipo 2. OBIETTIVI Indagare la relazione dose-risposta tra attività fisica e la qualità della vita correlata alla salute (HRQoL) in un ampio campione di persone con malattie croniche. METODO Il campione è costituito da 29.271 persone di età superiore ai 16 anni (15.315 donne) con malattie croniche e che hanno partecipato al Welsh Health Survey (Galles, Regno Unito; raccolta dati 2011–2015). I partecipanti sono stati classificati, in base ai minuti settimanali di attività fisica da moderata a vigorosa (MVPA), in quattro gruppi: inattivi (nessuna attività fisica), non sufficientemente attivi (<150 min/settimana), sufficientemente attivi (≥150 –<300) e molto attivi (≥300). Per misurare la qualità di vita correlata alla salute è stata utilizzata la Short-Form 36 Health Survey (SF-36). RISULTATI Dalle analisi di correlazione e di regressione è emersa un’associazione significativa tra MVPA e HRQoL: anche i partecipanti insufficientemente attivi hanno una qualità di vita correlata alla salute migliore dei partecipanti inattivi. I risultati mostrano che livelli più elevati di attività fisica sono associati a punteggi più elevati in ogni sottoscala della SF-36: coloro che erano molto attivi avevano una qualità di vita superiore, seguiti da coloro che erano sufficientemente attivi, e poi dai partecipanti non sufficientemente attivi. CONCLUSIONI Studi futuri potrebbero individuare modi sempre più efficaci per motivare le persone con malattie croniche a impegnarsi nell’attività fisica, considerati i suoi benefici sia per la salute fisica che mentale. Le prove a sostegno dell’utilità dell’esercizio fisico regolare in individui con malattie croniche di tutte le fasce d’età sono robuste, e i pazienti dovrebbero essere incoraggiati a dedicare regolarmente più tempo all’attività fisica per contrastare i danni arrecati dalla malattia e migliorare la loro salute e il loro benessere.
Benessere, attività fisica e qualità di vita in un’ampia coorte di pazienti con malattie croniche / Barcaccia, Barbara; Alotaibi, Najlaa; Alshahrani, Adel; Alkhathami, Khalid M.; Alshehri, Yasir S.; Alzhrani, Msaad; Alshehri, Fahad H.; Almeheyawi, Rania; Saeed Aljulaymi, Ibrahim; Alsufiany, Muhsen; Sadarangani, Kabir P.; Allam, Hatem H.; Alzahrani, Hosam. - (2024). (Intervento presentato al convegno Giornate Nazionali di Psicologia Positiva, XVI Edizione, Roma, LUMSA, 14-15 giugno 2024. tenutosi a LUMSA, Rome, Italy).
Benessere, attività fisica e qualità di vita in un’ampia coorte di pazienti con malattie croniche
Barbara Barcaccia;
2024
Abstract
INTRODUZIONE In tutte le fasce d’età, l’inattività fisica è uno dei fattori legati allo stile di vita associato di più con lo sviluppo di malattie croniche non trasmissibili (MCNT), quali malattie cardiovascolari, diabete, cancro e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), e che è stato definito una «pandemia» (Kohl et al., 2012) per i suoi effetti sulla salute. Anche tra gli adolescenti e i giovani si assiste a una crescente incidenza delle MCNT, prima di tutto il diabete di tipo 2. OBIETTIVI Indagare la relazione dose-risposta tra attività fisica e la qualità della vita correlata alla salute (HRQoL) in un ampio campione di persone con malattie croniche. METODO Il campione è costituito da 29.271 persone di età superiore ai 16 anni (15.315 donne) con malattie croniche e che hanno partecipato al Welsh Health Survey (Galles, Regno Unito; raccolta dati 2011–2015). I partecipanti sono stati classificati, in base ai minuti settimanali di attività fisica da moderata a vigorosa (MVPA), in quattro gruppi: inattivi (nessuna attività fisica), non sufficientemente attivi (<150 min/settimana), sufficientemente attivi (≥150 –<300) e molto attivi (≥300). Per misurare la qualità di vita correlata alla salute è stata utilizzata la Short-Form 36 Health Survey (SF-36). RISULTATI Dalle analisi di correlazione e di regressione è emersa un’associazione significativa tra MVPA e HRQoL: anche i partecipanti insufficientemente attivi hanno una qualità di vita correlata alla salute migliore dei partecipanti inattivi. I risultati mostrano che livelli più elevati di attività fisica sono associati a punteggi più elevati in ogni sottoscala della SF-36: coloro che erano molto attivi avevano una qualità di vita superiore, seguiti da coloro che erano sufficientemente attivi, e poi dai partecipanti non sufficientemente attivi. CONCLUSIONI Studi futuri potrebbero individuare modi sempre più efficaci per motivare le persone con malattie croniche a impegnarsi nell’attività fisica, considerati i suoi benefici sia per la salute fisica che mentale. Le prove a sostegno dell’utilità dell’esercizio fisico regolare in individui con malattie croniche di tutte le fasce d’età sono robuste, e i pazienti dovrebbero essere incoraggiati a dedicare regolarmente più tempo all’attività fisica per contrastare i danni arrecati dalla malattia e migliorare la loro salute e il loro benessere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.