Tra i diversi obiettivi programmatici formulati nel Regolamento (UE) 2021/241, il dispositivo per la ripresa e la resilienza, trova spazio il finanziamento per lo sviluppo e l’innovazione tecnologica, obiettivi questi di cui si attende che i relativi risultati vengano poi acquisiti dal tessuto industriale dei rispettivi Paesi membri mediante meccanismi di trasferimento tecnologico. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) declina tali obiettivi di crescita nella missione 4 dedicata al settore “Istruzione e Ricerca” quale In particolare, nella componente 2, “dalla ricerca all’impresa”, il Piano intende incoraggiare l’uso sistemico dei risultati della ricerca al fine di favorire la creazione di reti di collaborazioni internazionali attraverso la costituzione di “ecosistemi dell’innovazione” e il potenziamento dei centri per il trasferimento tecnologico, quali i Centri di Competenza, i Digital Innovation Hub e i Punti di Innovazione Digitale. A tal proposito, il Piano attribuisce al MISE il compito di riorganizzare e razionalizzare la gestione di tali centri al fine di intervenire sulle aree di miglioramento individuate ossia: la bassa propensione a cooperare fra imprese e università e centri di ricerca; la scarsa attrattività dei centri esistenti; la frammentazione del sistema e la presenza di troppi attori senza una missione chiara e uno scopo definito; e infine, la mancanza di una governance chiara. Sul piano costituzionale, come noto, la ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi è attribuita alla legislazione concorrente (art. 117, co. 2, Cost.), portando così le regioni italiane a dotarsi di almeno una legge specifica in tema di innovazione e ricerca al fine di stimolare e beneficiare dei prodotti della ricerca nel proprio territorio attraverso la previsione di strumenti ad hoc. Dall’altro la materia è interessata anche dall’azione del Parlamento e del Governo, impegnati nella definizione delle linee di intervento della ricerca e sviluppo, nonché dal recepimento delle normative e indirizzi eurounitari. Il quadro delineato in questi anni si costituisce quindi di un articolato sistema di modelli non sempre omogenei tra loro e di cui si avverte la mancanza di un coordinamento generale. La presente proposta di intervento intende pertanto ripercorrere l’evoluzione della legislazione in materia nelle fasi della pre-riforma del Titolo V della Costituzione e quella successiva, caratterizzata anche da un maggiore intervento dell’Unione europea, al fine di cogliere le prospettive di cambiamento nell’organizzazione della R&S e trasferimento tecnologico nel PNRR, alla luce del divario tra Centro-Nord e Mezzogiorno.

Ricerca e sviluppo tecnologico: i nuovi assetti tra Next Generation UE e PNRR / Serini, F.. - (2022). (Intervento presentato al convegno IV Summer School e Conferenza di Ventotene tenutosi a Ventotene).

Ricerca e sviluppo tecnologico: i nuovi assetti tra Next Generation UE e PNRR

F. Serini
2022

Abstract

Tra i diversi obiettivi programmatici formulati nel Regolamento (UE) 2021/241, il dispositivo per la ripresa e la resilienza, trova spazio il finanziamento per lo sviluppo e l’innovazione tecnologica, obiettivi questi di cui si attende che i relativi risultati vengano poi acquisiti dal tessuto industriale dei rispettivi Paesi membri mediante meccanismi di trasferimento tecnologico. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) declina tali obiettivi di crescita nella missione 4 dedicata al settore “Istruzione e Ricerca” quale In particolare, nella componente 2, “dalla ricerca all’impresa”, il Piano intende incoraggiare l’uso sistemico dei risultati della ricerca al fine di favorire la creazione di reti di collaborazioni internazionali attraverso la costituzione di “ecosistemi dell’innovazione” e il potenziamento dei centri per il trasferimento tecnologico, quali i Centri di Competenza, i Digital Innovation Hub e i Punti di Innovazione Digitale. A tal proposito, il Piano attribuisce al MISE il compito di riorganizzare e razionalizzare la gestione di tali centri al fine di intervenire sulle aree di miglioramento individuate ossia: la bassa propensione a cooperare fra imprese e università e centri di ricerca; la scarsa attrattività dei centri esistenti; la frammentazione del sistema e la presenza di troppi attori senza una missione chiara e uno scopo definito; e infine, la mancanza di una governance chiara. Sul piano costituzionale, come noto, la ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi è attribuita alla legislazione concorrente (art. 117, co. 2, Cost.), portando così le regioni italiane a dotarsi di almeno una legge specifica in tema di innovazione e ricerca al fine di stimolare e beneficiare dei prodotti della ricerca nel proprio territorio attraverso la previsione di strumenti ad hoc. Dall’altro la materia è interessata anche dall’azione del Parlamento e del Governo, impegnati nella definizione delle linee di intervento della ricerca e sviluppo, nonché dal recepimento delle normative e indirizzi eurounitari. Il quadro delineato in questi anni si costituisce quindi di un articolato sistema di modelli non sempre omogenei tra loro e di cui si avverte la mancanza di un coordinamento generale. La presente proposta di intervento intende pertanto ripercorrere l’evoluzione della legislazione in materia nelle fasi della pre-riforma del Titolo V della Costituzione e quella successiva, caratterizzata anche da un maggiore intervento dell’Unione europea, al fine di cogliere le prospettive di cambiamento nell’organizzazione della R&S e trasferimento tecnologico nel PNRR, alla luce del divario tra Centro-Nord e Mezzogiorno.
2022
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1721593
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