Dalla parte dell'ombra. Sul Leopardi “debole” di Michelstaedter

Il dialogo con Leopardi ha fornito a Michelstaedter sollecitazioni decisive sia per la riflessione sullo sfondo tragico dell’esistere, sia per la critica della modernità come epoca della devitalizzazione. A ben vedere, tuttavia, il rapporto con il magistero leopardiano non è privo di oscillazioni e tensioni interne, specialmente laddove Michelstaedter si trova dinanzi al nodo del “risorgimento” delle illusioni e, di concerto, alla ricerca leopardiana di una conciliazione con il «vero». Il saggio si propone dunque, da una parte, di mostrare come il pensatore goriziano giudichi un segno di «debolezza» il manifestarsi in Leopardi di una possibile accettazione dello stato di cose; dall’altra parte, intende verificare se e in quale misura tale presa di distanza possa essere considerata anche come un monito che Michelstaedter rivolge anzitutto a se stesso: ciò che fa supporre la ricorrente insistenza, specie all’interno della sua produzione poetica, sul risvegliarsi delle speranze e sul rischio dell’«accomodarsi alla vita».