Al centro della riflessione dei romantici, il tema del mistero innerva questioni di assoluto rilievo anche nell’opera di Leopardi. Attraverso un’analisi lessicale, che riguarda molteplici ambiti – l’antropologia, il mito, la religione, la metafisica, la teoria della conoscenza – s’intende qui ricostruire lo spettro semantico del misterioso o, con un sinonimo frequente, dell’arcano. In prima analisi, il contributo si concentra sulla dialettica tra mistero e svelamento, in età romantica rappresentata soprattutto attraverso il topos del velo (si pensi all’Immagine velata di Schiller, che Leopardi poteva leggere in una versione in prosa del Ricoglitore del 1822). Le implicazioni di questo topos (e di altre liriche schilleriane pubblicate nella rivista di Stella) sono indagate nel corso di tutto il saggio, che non può non soffermarsi preliminarmente su una struttura portante del pensiero di Leopardi: il confronto antichi-moderni e l’idea della progressiva «corruzione» del «genere umano» (Z 2939) ad opera della ragione e del sapere. È un principio, questo del danno del conoscere, che gli «antichi sapienti» non a caso enunciavano «sotto il velo dell’allegoria», coprendolo cioè di «mistero» e di «finzioni», favoriti dalla facoltà immaginativa che «dominava» nel «popolo» (Z 2940). La prima parte dell’articolo, pertanto, riflette sul tema dello svelamento dei misteri, ricostruendone l’evoluzione (e le oscillazioni) dai Versi puerili e dalle opere erudite giovanili (Storia dell’astronomia, Saggio sopra gli errori popolari) sino ai pensieri dello Zibaldone del 1823. In secondo luogo, si indagano le forme ‘corrotte’ del misterioso moderno, oscuro e terribile (a partire da quello «sombre» e «lugubre» del cristianesimo). «Strappato ogni manto» (Tristano) e «chiariti» gli «arcani della natura» (Storia del genere umano), si affaccia infatti un nuovo, «indegno» (Le ricordanze) e «orribile mistero»: quello delle «cose e dell’esistenza universale» (Z 4099), così ricco di spaventose contraddizioni. Eppure, dalla parte finale dell’articolo emergerà come i misteri antichi dell’immaginazione possano trovare ancora un rifugio postumo. In che modo? Attraverso l’«amore sentimentale», nato dall’introduzione di un velo non più metaforico, ossia dall’«uso dei vestimenti», per i quali «l’uomo» e «la donna» sono «divenuti esseri quasi misteriosi» (Z 3305). Non è un caso, allora, che nei Canti (ai quali è dedicato l’ultimo paragrafo) il lessico del mistero faccia ricomparsa nel cosiddetto Ciclo di Aspasia, che dell’amore riconosce la «natura arcana» (Il pensiero dominante) e illusoria («l’inganno estremo», A se stesso). Epperò, l’ultimo «misterio» dei Canti – quello evocato dalla seconda Sepolcrale – finirà per descrivere l’immagine (das Bild, schillerianamente) di un ritratto scolpito la cui bellezza è diventata un «simulacro».: a velare e a nascondere il corpo della donna, fattasi «fango e ossa», è ormai soltanto un «sasso».
"Il misterioso velo". Per un'analisi lessicale di un topos (anche) leopardiano / Allegrini, Vincenzo. - (2024), pp. 33-47. - LEOPARDIANA.
"Il misterioso velo". Per un'analisi lessicale di un topos (anche) leopardiano
Vincenzo Allegrini
2024
Abstract
Al centro della riflessione dei romantici, il tema del mistero innerva questioni di assoluto rilievo anche nell’opera di Leopardi. Attraverso un’analisi lessicale, che riguarda molteplici ambiti – l’antropologia, il mito, la religione, la metafisica, la teoria della conoscenza – s’intende qui ricostruire lo spettro semantico del misterioso o, con un sinonimo frequente, dell’arcano. In prima analisi, il contributo si concentra sulla dialettica tra mistero e svelamento, in età romantica rappresentata soprattutto attraverso il topos del velo (si pensi all’Immagine velata di Schiller, che Leopardi poteva leggere in una versione in prosa del Ricoglitore del 1822). Le implicazioni di questo topos (e di altre liriche schilleriane pubblicate nella rivista di Stella) sono indagate nel corso di tutto il saggio, che non può non soffermarsi preliminarmente su una struttura portante del pensiero di Leopardi: il confronto antichi-moderni e l’idea della progressiva «corruzione» del «genere umano» (Z 2939) ad opera della ragione e del sapere. È un principio, questo del danno del conoscere, che gli «antichi sapienti» non a caso enunciavano «sotto il velo dell’allegoria», coprendolo cioè di «mistero» e di «finzioni», favoriti dalla facoltà immaginativa che «dominava» nel «popolo» (Z 2940). La prima parte dell’articolo, pertanto, riflette sul tema dello svelamento dei misteri, ricostruendone l’evoluzione (e le oscillazioni) dai Versi puerili e dalle opere erudite giovanili (Storia dell’astronomia, Saggio sopra gli errori popolari) sino ai pensieri dello Zibaldone del 1823. In secondo luogo, si indagano le forme ‘corrotte’ del misterioso moderno, oscuro e terribile (a partire da quello «sombre» e «lugubre» del cristianesimo). «Strappato ogni manto» (Tristano) e «chiariti» gli «arcani della natura» (Storia del genere umano), si affaccia infatti un nuovo, «indegno» (Le ricordanze) e «orribile mistero»: quello delle «cose e dell’esistenza universale» (Z 4099), così ricco di spaventose contraddizioni. Eppure, dalla parte finale dell’articolo emergerà come i misteri antichi dell’immaginazione possano trovare ancora un rifugio postumo. In che modo? Attraverso l’«amore sentimentale», nato dall’introduzione di un velo non più metaforico, ossia dall’«uso dei vestimenti», per i quali «l’uomo» e «la donna» sono «divenuti esseri quasi misteriosi» (Z 3305). Non è un caso, allora, che nei Canti (ai quali è dedicato l’ultimo paragrafo) il lessico del mistero faccia ricomparsa nel cosiddetto Ciclo di Aspasia, che dell’amore riconosce la «natura arcana» (Il pensiero dominante) e illusoria («l’inganno estremo», A se stesso). Epperò, l’ultimo «misterio» dei Canti – quello evocato dalla seconda Sepolcrale – finirà per descrivere l’immagine (das Bild, schillerianamente) di un ritratto scolpito la cui bellezza è diventata un «simulacro».: a velare e a nascondere il corpo della donna, fattasi «fango e ossa», è ormai soltanto un «sasso».File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Allegrini_Il-misterioso-velo_2024.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
470.26 kB
Formato
Adobe PDF
|
470.26 kB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.