Il Bronzo finale (XII-X secolo a.C.) segna un significativo riorientamento nei costumi funerari in Italia, con la relativa omogeneizzazione del rito funebre della cremazione nelle diverse facies raggruppate sotto la nozione di Protovillanoviano, in tutta la penisola e fino alla Sicilia. Allo stato attuale della ricerca, i campi d’urne sufficientemente noti in Italia meridionale sono soltanto cinque. La prima scoperta risale all'inizio del XX secolo, quando D. Ridola e Q. Quagliati misero in luce la necropoli sulle pendici nord-occidentali del Monte Timbro, nelle vicinanze del villaggio di Timmari (MT, Basilicata). Lo scavo rivelò più di 250 sepolture, oggi conservate presso il Museo Nazionale di Matera-Museo Archeologico D. Ridola e nelle sedi della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Subacqueo di Taranto: si tratta tuttora del più grande campo d’urne scavato nel sud Italia. Ulteriori indagini nei primi anni 2000 hanno portato alla scoperta di altre 32 tombe, ma una revisione completa dello scavo ‘900esco non è mai stata effettuata e la necropoli è rimasta in gran parte inedita secondo gli standard attuali (nonostante l’ottima edizione di D. Ridola e Q. Quagliati). Lo studio rinnovato del contesto ha permesso una migliore comprensione delle fasi di occupazione e sviluppo del sepolcreto, con nuove prospettive circa il suo inquadramento cronologico e culturale rispetto alle necropoli coeve del Meridione. Il contributo presenta i nuovi dati emersi grazie al recupero e al riesame della documentazione storica, per riconsiderare le dinamiche culturali e sociali del Bronzo Finale nel Sud Italia.
Nuovi dati sul Bronzo finale in Italia meridionale attraverso la rilettura della necropoli a cremazione di Timmari (MT) / Pizzuti, Elisa; Vanzetti, Alessandro. - (2024). (Intervento presentato al convegno XVII PPE-Sorgenti della Nova: 50 anni di scoperte. Per una rilettura del Bronzo Finale in Italia tenutosi a Saturnia).
Nuovi dati sul Bronzo finale in Italia meridionale attraverso la rilettura della necropoli a cremazione di Timmari (MT).
Elisa Pizzuti
Primo
;Alessandro VanzettiUltimo
2024
Abstract
Il Bronzo finale (XII-X secolo a.C.) segna un significativo riorientamento nei costumi funerari in Italia, con la relativa omogeneizzazione del rito funebre della cremazione nelle diverse facies raggruppate sotto la nozione di Protovillanoviano, in tutta la penisola e fino alla Sicilia. Allo stato attuale della ricerca, i campi d’urne sufficientemente noti in Italia meridionale sono soltanto cinque. La prima scoperta risale all'inizio del XX secolo, quando D. Ridola e Q. Quagliati misero in luce la necropoli sulle pendici nord-occidentali del Monte Timbro, nelle vicinanze del villaggio di Timmari (MT, Basilicata). Lo scavo rivelò più di 250 sepolture, oggi conservate presso il Museo Nazionale di Matera-Museo Archeologico D. Ridola e nelle sedi della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Subacqueo di Taranto: si tratta tuttora del più grande campo d’urne scavato nel sud Italia. Ulteriori indagini nei primi anni 2000 hanno portato alla scoperta di altre 32 tombe, ma una revisione completa dello scavo ‘900esco non è mai stata effettuata e la necropoli è rimasta in gran parte inedita secondo gli standard attuali (nonostante l’ottima edizione di D. Ridola e Q. Quagliati). Lo studio rinnovato del contesto ha permesso una migliore comprensione delle fasi di occupazione e sviluppo del sepolcreto, con nuove prospettive circa il suo inquadramento cronologico e culturale rispetto alle necropoli coeve del Meridione. Il contributo presenta i nuovi dati emersi grazie al recupero e al riesame della documentazione storica, per riconsiderare le dinamiche culturali e sociali del Bronzo Finale nel Sud Italia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.