Il titolo Cartografie liquide intende richiamare una contraddizione: da un lato, la solidità terrestre, la “certezza” della carta geografica, la sua ferma staticità; dall’altro, le acque del mar Mediterraneo come paradigma di liquidità, elemento mobile e sfuggente definito sempre dal terracentrismo e mai dal mare stesso. La “solida terra” prelude metaforicamente al Nord del Mediterraneo – un Sud a sua volta, quello europeo – che vuole permettersi, forte di un’arroganza cristallizzata nei secoli, di proporsi come decisore unico, arbitro non imparziale, definitore e discernitore di un Mediterraneo “altro”. Stigmatizzato e escluso, disumanizzato e barbarizzato, quest’ultimo rischia di essere presentato come antitesi della “grande civiltà europea”, al quale il primo, seppure come “fratello minore”, afferirebbe. Liquido, appunto, o liquefatto: magmatico, informe, fragile e disorientato. Nelle rappresentazioni mediatiche, quell’“altro” Mediterraneo soffre di problemi diversificati da cui è chiamato a una perenne discolpa. L’augurio è che questo volume conduca a un Mediterraneo più equo e più giusto, in cui le relazioni tra le sue sponde si improntino alla pariteticità, abbandonino tanto le posture neocoloniali e paternaliste quanto quelle di sudditanza e vittimiste.
Cartografie liquide. Il Mediterraneo e le relazioni tra Italia e Tunisia / Russo, Carmelo. - (2024), pp. 1-154.
Cartografie liquide. Il Mediterraneo e le relazioni tra Italia e Tunisia
Russo, Carmelo
2024
Abstract
Il titolo Cartografie liquide intende richiamare una contraddizione: da un lato, la solidità terrestre, la “certezza” della carta geografica, la sua ferma staticità; dall’altro, le acque del mar Mediterraneo come paradigma di liquidità, elemento mobile e sfuggente definito sempre dal terracentrismo e mai dal mare stesso. La “solida terra” prelude metaforicamente al Nord del Mediterraneo – un Sud a sua volta, quello europeo – che vuole permettersi, forte di un’arroganza cristallizzata nei secoli, di proporsi come decisore unico, arbitro non imparziale, definitore e discernitore di un Mediterraneo “altro”. Stigmatizzato e escluso, disumanizzato e barbarizzato, quest’ultimo rischia di essere presentato come antitesi della “grande civiltà europea”, al quale il primo, seppure come “fratello minore”, afferirebbe. Liquido, appunto, o liquefatto: magmatico, informe, fragile e disorientato. Nelle rappresentazioni mediatiche, quell’“altro” Mediterraneo soffre di problemi diversificati da cui è chiamato a una perenne discolpa. L’augurio è che questo volume conduca a un Mediterraneo più equo e più giusto, in cui le relazioni tra le sue sponde si improntino alla pariteticità, abbandonino tanto le posture neocoloniali e paternaliste quanto quelle di sudditanza e vittimiste.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.