Migranti e immigrazione nell’immaginario giovanile

L’idea che gli stranieri debbano “integrarsi” all’interno del tessuto sociale e civile dei paesi in cui si ritrovano a vivere è diffusa nel senso comune: viene formulata con frequenza dai partiti politici e rivendicata ampiamente nella sfera pubblica. L’integrazione appare così talvolta come una pretesa nei confronti degli stranieri – chiamati appunto in prima persona ad integrarsi –, talvolta come un obiettivo politico e civile da realizzare attraverso azioni mirate e politiche pubbliche. Così l’integrazione (nelle sue diverse dimensioni: socio-culturale, socioeconomica o legale-politica)1 assume le sembianze di un valore pressoché universalmente condivisibile sul piano morale (e difficilmente contestabile, a pena di negare la possibilità della convivenza civile), quanto conveniente sul piano sociale (rappresentando una condizione o quantomeno un incentivo per l’ordine e la coesione all’interno della società).