Il tema dei conflitti ambientali sta assumendo sempre più rilevanza nel dibattito scientifico e in quello pubblico. A partire dagli anni Novanta del Novecento il numero di conflitti ha registrato un continuo aumento, inducendo alcuni autori a sostenere che i conflitti ambientali-territoriali sono diventati più importanti di quelli sociali. I conflitti ambientali – o ambientali-territoriali, come alcuni li definiscono – sono quelli che hanno a oggetto il territorio e come soggetti i diversi gruppi che compongono le comunità locali o la comunità locale nella sua totalità e attori – pubblici o privati – esterni al territorio. Possono riguardare opere e infrastrutture percepite come un rischio per le risorse naturali, paesaggistiche, storico-culturali e per la salute ma, anche, interventi percepiti come potenzialmente dannosi per l’economia locale. I livelli di governo coinvolti sono, generalmente, diversi così come i gruppi di stakeholders. Ma cosa accade quando le opere da realizzare non sono dannose per il territorio e per la salute ma sono, addirittura, utili per la tutela ambientale? A una domanda di questo tipo verrebbe, intuitivamente, da rispondere che le comunità locali sono favorevoli, proprio per la logica che sottende ai conflitti. Non è, però, questo che si rileva nella realtà. Ed è, questo, il tema che si affronta in questo saggio: cosa accade quando si decide di istituire un’area protetta? E quando tale istituzione riguarda contesti antropizzati? Il volume affronta il tema dei conflitti ambientali legati all’istituzione e all’esistenza di aree protette con un preciso riferimento territoriale alla costa teatina (in provincia di Chieti, in Abruzzo).

Conflitti ambientali e parchi naturali. Il caso della Costa Teatina / Staniscia, Barbara. - (2024), pp. 1-310.

Conflitti ambientali e parchi naturali. Il caso della Costa Teatina

Staniscia Barbara
2024

Abstract

Il tema dei conflitti ambientali sta assumendo sempre più rilevanza nel dibattito scientifico e in quello pubblico. A partire dagli anni Novanta del Novecento il numero di conflitti ha registrato un continuo aumento, inducendo alcuni autori a sostenere che i conflitti ambientali-territoriali sono diventati più importanti di quelli sociali. I conflitti ambientali – o ambientali-territoriali, come alcuni li definiscono – sono quelli che hanno a oggetto il territorio e come soggetti i diversi gruppi che compongono le comunità locali o la comunità locale nella sua totalità e attori – pubblici o privati – esterni al territorio. Possono riguardare opere e infrastrutture percepite come un rischio per le risorse naturali, paesaggistiche, storico-culturali e per la salute ma, anche, interventi percepiti come potenzialmente dannosi per l’economia locale. I livelli di governo coinvolti sono, generalmente, diversi così come i gruppi di stakeholders. Ma cosa accade quando le opere da realizzare non sono dannose per il territorio e per la salute ma sono, addirittura, utili per la tutela ambientale? A una domanda di questo tipo verrebbe, intuitivamente, da rispondere che le comunità locali sono favorevoli, proprio per la logica che sottende ai conflitti. Non è, però, questo che si rileva nella realtà. Ed è, questo, il tema che si affronta in questo saggio: cosa accade quando si decide di istituire un’area protetta? E quando tale istituzione riguarda contesti antropizzati? Il volume affronta il tema dei conflitti ambientali legati all’istituzione e all’esistenza di aree protette con un preciso riferimento territoriale alla costa teatina (in provincia di Chieti, in Abruzzo).
2024
conflitti ambientali; conflitti ambientali-territoriali; parchi naturali; aree protette; costa teatina; abruzzo; italia
Staniscia, Barbara
06 Curatela::06a Curatela
Conflitti ambientali e parchi naturali. Il caso della Costa Teatina / Staniscia, Barbara. - (2024), pp. 1-310.
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