«Le esigenze della narrazione richiedono che Dante ripeta a beneficio delle anime dannate e di quelle espïanti (quelle beate leggono già tutti i suoi pensieri in Dio) chi egli sia e per quale singolare privilegio si trovi, vivo, nell’oltretomba. Un dato che il lettore già conosce e che quindi è ad alto rischio di ripetitività. Ma Dante riesce a variare le diverse situazioni, presentandole da punti di vista e con modalità sempre nuove» Luca Serianni, Parola di Dante. Antonio Gramsci (1891-1937) scriveva che occorre liberare Dante dalle sovrastrutture culturali che ne hanno ingabbiato e incrostato il messaggio. «Bisogna liberare la dottrina politica di Dante da tutte le superstrutture posteriori, riducendola alla sua precisa significazione storica». Il Dante sistematicamente strumentalizzato da narrazioni progressivamente diverse non può essere ridotto alla retorica del Pater Patriae. È stato notato recentemente che nel De Vulgari Eloquentia Dante sfugge alla fissità politica, linguistico-culturale di natura identitaria, integralista, limitanea ed è anzi fautore di una lucida consapevolezza relativistica derivante dalla sua cultura enciclopedica, tomistica, universalistica. Ho pensato dunque di offrire una breve panoramica, tutt’altro che esaustiva sul Dante visto dalla prospettiva estera, in particolare quella dell’ex Est Europa. Un tentativo di ribaltamento di egemonia, che a tratti vuole essere un breve tributo a prospettive meno studiate benché interessanti, soprattutto se riferite agli sviluppi del secondo dopoguerra, come se la produzione culturale e le menti di metà d’Europa dovessero pagare le colpe e portare su di loro, e loro malgrado, i pesi degli equilibri geopolitici.
Dante cripto-ghibellino nella modernità dell’Oriente europeo (Balcani, Polonia, Russia) / Ligorio, Benedetto. - (2023), pp. 153-176.
Dante cripto-ghibellino nella modernità dell’Oriente europeo (Balcani, Polonia, Russia)
Benedetto Ligorio
Primo
2023
Abstract
«Le esigenze della narrazione richiedono che Dante ripeta a beneficio delle anime dannate e di quelle espïanti (quelle beate leggono già tutti i suoi pensieri in Dio) chi egli sia e per quale singolare privilegio si trovi, vivo, nell’oltretomba. Un dato che il lettore già conosce e che quindi è ad alto rischio di ripetitività. Ma Dante riesce a variare le diverse situazioni, presentandole da punti di vista e con modalità sempre nuove» Luca Serianni, Parola di Dante. Antonio Gramsci (1891-1937) scriveva che occorre liberare Dante dalle sovrastrutture culturali che ne hanno ingabbiato e incrostato il messaggio. «Bisogna liberare la dottrina politica di Dante da tutte le superstrutture posteriori, riducendola alla sua precisa significazione storica». Il Dante sistematicamente strumentalizzato da narrazioni progressivamente diverse non può essere ridotto alla retorica del Pater Patriae. È stato notato recentemente che nel De Vulgari Eloquentia Dante sfugge alla fissità politica, linguistico-culturale di natura identitaria, integralista, limitanea ed è anzi fautore di una lucida consapevolezza relativistica derivante dalla sua cultura enciclopedica, tomistica, universalistica. Ho pensato dunque di offrire una breve panoramica, tutt’altro che esaustiva sul Dante visto dalla prospettiva estera, in particolare quella dell’ex Est Europa. Un tentativo di ribaltamento di egemonia, che a tratti vuole essere un breve tributo a prospettive meno studiate benché interessanti, soprattutto se riferite agli sviluppi del secondo dopoguerra, come se la produzione culturale e le menti di metà d’Europa dovessero pagare le colpe e portare su di loro, e loro malgrado, i pesi degli equilibri geopolitici.| File | Dimensione | Formato | |
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