Nella storia della civiltà occidentale, tra la città dei vivi e la città dei morti si sono istituiti rapporti di senso e di forma differenti in base al mutare degli approcci nei confronti della morte, dei suoi significati escatologici e, conseguentemente, dell’organizzazione degli spazi per la sepoltura. Se, come ha scritto Philippe Ariès, dal Settecento in poi l’Occidente ha “capovolto” il ruolo sociale della morte relegandola in una dolorosa e temuta clandestinità e il progresso prepara l’uomo ad un futuro privo di morti premature o addirittura ad una virtuale scissione tra corpo e anima, le tracce evolutive di questo rapporto nella storia, ancora custodite dalle architetture funerarie intercluse negli spazi della città, possono servire a riconnettere la temporalità dell’architettura con i riti, i simboli e le pratiche della contemporaneità.
Intersezioni. L'architettura funeraria e la Forma Urbis / Balducci, Fabio. - (2024), pp. 150-155.
Intersezioni. L'architettura funeraria e la Forma Urbis
Fabio Balducci
2024
Abstract
Nella storia della civiltà occidentale, tra la città dei vivi e la città dei morti si sono istituiti rapporti di senso e di forma differenti in base al mutare degli approcci nei confronti della morte, dei suoi significati escatologici e, conseguentemente, dell’organizzazione degli spazi per la sepoltura. Se, come ha scritto Philippe Ariès, dal Settecento in poi l’Occidente ha “capovolto” il ruolo sociale della morte relegandola in una dolorosa e temuta clandestinità e il progresso prepara l’uomo ad un futuro privo di morti premature o addirittura ad una virtuale scissione tra corpo e anima, le tracce evolutive di questo rapporto nella storia, ancora custodite dalle architetture funerarie intercluse negli spazi della città, possono servire a riconnettere la temporalità dell’architettura con i riti, i simboli e le pratiche della contemporaneità.File | Dimensione | Formato | |
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